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mercoledì 13 maggio 2015

TerroirMarche, fra sogno e realtà.


Il primo maggio 2015 il nostro Consorzio TerroirMarche ha compiuto 2 anni. 
Nato quasi per caso in un lungo viaggio comunitario a Montpellier, quello che sembrava un piccolo sogno è diventato una bella realtà: un luogo di aggregazione di vignaioli bio che condividono idee e pratiche per difendere e valorizzare il proprio "terroir". Banale a dirsi, impresa titanica a farsi - in una regione come la nostra dove fra campanili vecchi e nuovi, politica e politici vecchi e nuovi, consorterie e maneggi vecchi e nuovi, vere e proprie sperimentazioni "dal basso" è difficile farle crescere, specie nel mondo dell'agricoltura.
Per questo sarà importante esserci ad Ascoli i prossimi 16 e 17 maggio a Palazzo dei Capitani per quella che sarà la nostra Fiera - non fiera. 
Non sarà infatti la solita fiera del vino più o meno naturale.
Sarà una cosa nuova e diversa perché per la prima volta sono i vignaioli stessi, senza l'intermediazione di associazioni o proloco o amministrazioni o distributori o organizzatori di eventi, a rischiare del loro ed a impegnarsi in prima persona per questo evento.
Sarà una cosa nuova e diversa perché accanto ai classici banchi di assaggio ci saranno 5 importanti laboratori dove si proveranno a capire i perché e i percome dei nostri vini: troppo spesso nella comunicazione si danno per scontate questioni che in realtà non lo sono, come l'identità, l'autenticità, il reale peso specifico dei vini di un determinato territorio. 
E tutto finisce in un calderone indistinto.
Noi pensiamo che ci sia ancora molto da capire sui vini e sui terroirs marchigiani.
Infine sarà una cosa nuova e diversa perché si parlerà non solo di vino ma anche di tutela e difesa del paesaggio, di alimentazione bio, di una visione che non è solo quella di una generica "agricoltura di qualità" in stile Expo ma che riguarda più profondamente la discussione sul nostro modello di sviluppo, cioé sul nostro futuro.
#Siateci.

venerdì 28 marzo 2014

Di nuovo al Vinitaly

Fra poco prenderò la strada di Verona per partecipare al ViViT. Non lo faccio con grande piacere, certamente. Le alternative non mancavano. E dunque mi piace spendere qualche parole sulle ragioni di questa scelta.
Avevo partecipato alla grande kermesse veronese in uno stand della Regione Marche nel 2002, proprio all'inizio della mia esperienza di vignaiolo. Poi dal 2004 il luogo veronese per me è stato, per molti anni, il centro sociale La Chimica dentro quel laboratorio che fu Critical Wine. Il centro sociale è stato sgomberato dal Sindaco Sceriffo Tosi, così nel 2010 e 2011 ho esposto a Cerea in quel di ViniVeri. Posto splendido e compagnia davvero bella. Poi un anno sabbatico ed un anno lontano da Verona, l'anno scorso, a tentare di riflettere su cosa sia diventato questo nostro variegato movimento dei vignaioli naturali... 
Nel frattempo è nato terroirMarche e con i compagni del Consorzio, con i quali abbiamo partecipato a Millésime BIO a Montpellier e a Vignaioli Naturali a Roma, si è fatta strada l'idea di aderire come Consorzio marchigiano al salone ViViT. E' con loro che sono nate una serie di considerazioni sullo stato dell'arte. Da un lato c'era e c'è l'idea della grande potenzialità di Cerea come spazio per una grande fiera unitaria e alternativa di tutto il naturale. Dall'altro il dato di realtà è che quella potenzialità, a causa di divisioni, protagonismi, contraddizioni ma anche legittime scelte da parte di soggetti e associazioni, resta tuttora secondo noi in grande parte inespressa.

A questo si aggiunge un dato incontrovertibile, soprattutto dopo l'entrata di FederBio a gamba tesa con l'organizzazione del VinitalyBIO: oramai a Verona fra vini senza solfiti, proposte più o meno sostenibili e vini più o meno "liberi", comincia ad aver senso il fatto di presidiare una zona dove poter presentare certi percorsi davvero autentici. Perché alla fine a Villa Favorita ed a Cerea va veramente solo chi già conosce ed apprezza certi vini, mentre a Vinitaly volenti o nolenti vanno proprio tutti.

Ecco quindi che oggigiorno, con la comunicazione distorta che sta passando sul "vino naturale", l'impressione è che - senza ViViT - un generico operatore del mondovino camminando dentro Vinitaly possa pensare che Cotarella, Farinetti o l'azienda che resta nei soli limiti del disciplinare Bio presente negli spazi FederBIO facciano "vini naturali".
Insomma, ci stanno fregando.
E non a caso la mia contrarietà al ViViT non era mai stata nei confronti dell'operazione in sé ma verso i modi con i quali si era concretizzata: cioé senza nessuno percorso "politico". Quanto fosse necessario lo misuriamo oggi, quando non passa giorno senza che avvengano ipocrite sussunzioni del "vero", del "naturale", del "buono, pulito e giusto".

Dunque quest'anno va così. Poi vedremo. Il ritorno di Renaissance a Cerea dimostra che la coerenza non è di questo mondo. E forse per chi è "movimento" è anche giusto sia così.

lunedì 29 ottobre 2012

Non è il vino dell'enologo

Ecco le date delle prime presentazioni del mio libro, "Non è il vino dell'enologo - Lessico di un vignaiolo che dissente":

- Fornovo Taro, 4 novembre alle ore 15.00 nell'ambito del salone "Vini di vignaioli".
- Roma Teatro Valle, 14 novembre alle ore 18.30. Con Jonathan Nossiter ed un estratto da "Mondovino"
- Milano Leoncavallo spazio autogestito, 23 novembre nell'ambito de "La Terra Trema" - Orario da confermare

A breve altri appuntamenti a Jesi, Macerata, Udine, Roma.
Vi aspetto!

venerdì 3 agosto 2012

L'isola del cinema

Reduce da una due giorni romana all'insegna del grande cinema (a proposito: L'emploi du temp di Cantet e Sunday di Nossiter sono due film eccezionali) e del vino naturale, resta una riflessione di fondo sul valore di queste commistioni: come vignaioli artigiani stiamo sfruttando ancora poco il gigantesco potenziale insito nei nostri vini e nel nostro lavoro.
Sta emergendo chiaramente negli ultimi anni come il nostro atto creativo sia un atto eminentemente culturale - forse non artistico come mi ha fatto notare Giovanni Bietti - ma certamente culturale (nell'accezione più moderna del termine "cultura"). Ma se è così, il confronto nell'ambito della cultura e dei suoi circuiti, deve divenire sempre di più il nostro obiettivo, la nostra missione. Come scrivevo recentemente (qui), dovremmo davvero rivoluzionare il modo con cui organizziamo i nostri saloni e cercare quanto più possibile la contaminazione con altre forme di cultura: il cinema, come sta facendo benissimo Jonathan Nossiter, ma anche la musica, la letteratura, la poesia. Immaginando laboratori innovativi e coinvolgenti che possano creare circuiti virtuosi, anche commercialmente, e che possano svecchiare definitivamente il mondo dell'agricoltura, rendendolo sempre più protagonista di una vera e propria rinascita.

martedì 27 dicembre 2011

Un anno dopo

Ricordate la polemica dell'anno scorso fra La Terra Trema, l'ormai classico appuntamento del Leonkavallo, e Semplicemente Uva, quella che doveva essere la "nuova" fiera dei vini naturali a Milano? Ne scrissi qui. Se ne parlò a lungo e "noi" produttori CriticalWine lavorammo ad un documento che spiegava la nostra posizione sulla faccenda. Nel polemicone finì anche Porthos che, di fatto, venne chiamata a riempire di contenuti una fiera altrimenti triste ed inutile.
Ad un anno di distanza La Terra Trema ha avuto il successo di sempre (purtroppo non ho partecipato causa mio "anno sabbatico"), mentre la seconda edizione di Semplicemente Uva sembra rinviata (queste le ragioni addotte: Si informa che per motivi indipendenti dalla volontà degli organizzatori e relativi ad opere di ristrutturazione della location prescelta, la manifestazione SEMPLICEMENTEUVA è rimandata a febbraio 2012 in data da definire). 
Nel frattempo Maurizio Silvestri ha pubblicato un pezzo su Porthos.it che mi è molto piaciuto e che vi invito a leggere qui. Non so se è un ripensamento rispetto alla polemica dell'anno scorso e non mi interessa. E' un bel pezzo. Che fotografa ciò che l'appuntamento di Milano rappresenta: un atto di resistenza creativa; un rito liberatorio; una grande festa. Alla faccia dei sempre più tristi appuntamenti "cosiddetti" naturali.

mercoledì 27 luglio 2011

Scusate ma io scendo qui

L'avevo già detto in tempi non sospetti che mi sarei preso un anno sabbatico da fiere ed esibizioni varie. Con l'ultima "bomba" dei vini naturali al Vinitaly (si può approfondire qui e qui), quello che era un intendimento diviene una certezza.
L'implosione dell'avaguardia naturale denunciata con grande anticipo da Porthos (salvo poi contribuire ad uno dei colpi finali) arriva al suo apice, con una mail anonima, un'idea un pò strampalata (fermare lo spazio in attesa di vedere le reazioni/adesioni), una totale assenza di partecipazione e di progetto, gli imbarazzati silenzi e i commenti fuori luogo degli altri protagonisti della vicenda (Vini veri e VinNatur), le richieste di partecipazione che iniziano già ad arrivare, a otto o nove mesi dagli eventi in questione. Una follia.
Quindi niente Fornovo, niente Leoncavallo, niente mercato FIVI, niente Roma, niente Agazzano, niente Cerea, niente Vinitaly. Serve una pausa. Una riflessione sui semi che sono stati lanciati e su come siano germogliati. Su chi siamo e su quello che vorremmo essere. Certamente questa riflessione è stata fatta, e bene, dentro contenitori come La Terra trema e GustoNudo (non a caso derivazioni del vecchio Critical Wine) e sarebbe logico continuare a partecipare perlomeno a queste esperienze. In realtà, però, c'è anche da parte mia una certa stanchezza dopo almeno otto anni di giri per fiere e mercati. Sento veramente l'esigenza di una pausa, anche per capire fino in fondo il senso dei molti discorsi affrontati negli ultimi anni e capire la strada da percorrere nel prossimo futuro.
Insomma, scusate ma io scendo qui.

lunedì 4 aprile 2011

Vino Vino Vino 2011




Vi aspetto a Cerea per l'annuale manifestazione dedicata ai vini naturali. L'appuntamento con il Consorzio Viniveri e La Renaissance des Appellations si rinnova all'AreaExp La Fabbrica di Cerea, vicino Verona, per i giorni 7, 8, 9 aprile 2011.
VinoVinoVino 2011 e' un'occasione per conoscere ed assaggiare la produzione di oltre 130 cantine provenienti da tutta Italia ma anche Francia, Slovenia, Austria ed altri. Ma non solo. Durante la manifestazione infatti e' possibile toccare con mano le espressioni di territori diversi tra di loro ed avvicinarsi ad un approccio al vino fatto di persone, di culture, di tradizioni.

Per info su orari e trasferimenti: www.viniveri.net

martedì 1 marzo 2011

L'ex prima industria del sistema Italia

Fra i tanti problemi che ha questo nostro paese, intesa come comunità nazionale che il prossimo 17 marzo festeggerà un'importante quanto controversa ricorrenza, c'è l'ormai totale discrepanza fra le parole ed i fatti. Viviamo, cioé, in una realtà parallela dove tutti possono dire la loro senza alcun riscontro statistico o fattuale che possa confermare o meno certe affermazioni. E' il frutto di una società da un lato troppo e male mediatizzata (nel senso che i media - tutti, senza esclusione - invece di fotografare la realtà la manipolano); dall'altro di una caratteristica tutta italiana che è riassumibile nella frase: "...tanto poi tutto s'aggiusta...". Anche i numeri.
Questa banale premessa per parlare di turismo. Chi - in piccolo o in grande - ha avuto a che fare con il settore turistico nel nostro paese sa bene che gli ultimi anni non sono stati facili. C'è una crisi generalizzata nel settore che coinvolge tutti: alberghi, bed&breakfast, agriturismi, resort, campeggi. A parte il fatto che il sistema-Italia è arretrato pesantemente nel mondo, tanto da non essere più il nostro paese una meta fra le più ambite dai turisti, c'è un enorme problema legato al turismo interno: gli italiani viaggiano meno in generale ma se viaggiano scelgono sempre meno il proprio paese.
Eppure alla recente fiera BIT di Milano si sono come sempre suonate le campane a festa. E' una situazione che ricorda un pò il settore del vino, dove da diverso tempo si nega la crisi ed anzi si gioisce per l'aumento dell'export. Dimenticando che nel 1970 la media del consumo di vino in Italia era di 114 litri pro-capite mentre oggi è 40 litri pro-capite.
Questa scelta di privilegiare nelle politiche pubbliche il mercato estero, che è solo in minima parte legata alla globalizzazione, accomuna sia il settore vinicolo che quello turistico, col risultato di finire proprio nella tana del lupo, ovvero dentro ai mercati più competitivi e difficili.
Ecco, per farla breve consiglio l'articolo "turismo senza sorrisi" sul portale lavoce.info, dove è possibile trovare qualche numero e pure una equlibrata analisi.

venerdì 28 gennaio 2011

Nuovo tour

5-6 Febbraio, Roma.
Vini Naturali a Roma. Terza edizione del bellissimo evento organizzato da Tiziana Gallo nelle eleganti sale dell'Hotel Columbus in Via della Conciliazione. www.vininaturaliaroma.com
10 Febbraio, Treia (Mc).
Degustazione c/o Casolare dei segreti. Degustazione e cena in compagnia di due altri bravissimi produttori, Nino Barraco e Nicoletta Bocca. www.casolaredeisegreti.it
16 Febbraio, Perugia.
Verticale de Gli Eremi. Annate storiche non più in commercio. Degustazione c/o Ristorante Stella.
5-6 Marzo, Agazzano (Pc).
Sorgente del vino live. Castello di Agazzano. Terza edizione del bellissimo mercato dei vignaioli organizzato da Sorgente del Vino. www.sorgentedelvinolive.org
27-29 Marzo, Dusseldorf (DE). 
Prowein. Un pò di globalizzazione non guasta. E poi, alla sera, una buona birra ed uno stinco come si deve sono d'obbligo.
7-9 Aprile, Cerea (Vr). Vino, vino, vino.
Vini secondo natura. Con il Consorzio vini veri per comunicare l'atto agricolo come atto culturale, a pochi passi da Vinitaly. www.viniveri.net

Non garantisco lo stage diving ma vi aspetto numerosi!

sabato 27 novembre 2010

Per chiarire il concetto

Visto che il mio ultimo post "si è fatto sentire" e che a La Terra Trema si discute dei "Cosiddetti", posto un contributo che avevo scritto (con l'editing di A. Morichetti che ringrazio) per Intravino sette mesi fa e che pare "profetico" (non certo perché lo abbia scritto io bensì perché è la questione ad essere centrale). Di fatto la questione è:
1) Se la mettiamo solo sul piano delle sostanze che possono finire in un vino nel giro di qualche anno l'industria replicherà in laboratorio i vini "naturali" e ci sbatterà fuori dal mercato.
2) Se noi vignaioli continuiamo a dividerci e a fare percorsi differenti siamo più deboli.
3) Come diceva Gino: La terra, la terra, all'infinito la Terra.

Il vicolo cieco
Forse non tutti sanno che” sarebbe un inizio niente male. Sentite che bel titolo ha questa recente ricerca dell’Università di Sassari: “Individuazione di ceppi di Saccharomyces cerevisiae medio-basso produttori di etanolo” . Traduco in italiano lo scopo: isolare lieviti da vino che producano poco alcol. Curioso, no?Ricordo male io o fino a ieri l’altro la ricerca microbiologica faceva l’esatto contrario – cioé selezionare ceppi in grado di garantire una più elevata resa alcolica? Partiamo da qui per continuare la discussione iniziata con alcuni interessanti articoli di Intravino.
Leggendo tra le righe, la ricerca menzionata ci comunica qualcosa di importante. In ambito agronomico ed enologico si tende continuamente a sperimentare tecniche, tecnologie e prassi in grado di seguire il Mercato. Oggi il Mercato chiede vini più “leggeri”? Messaggio ricevuto, il “sistema-vino” si adegua. Come ieri si era adeguato ai vini-frutto. Purtroppo, ho la brutta sensazione che la discussione sui “vini naturali” stia prendendo la stessa piega. Oramai si parla apertamente di moda, le fiere ed i saloni alternativi riscuotono successo e i produttori di questa nicchia paiono risentire meno della crisi rispetto ai “convenzionali”. Si arriva ad ipotizzare un padiglione comune al prossimo Vinitaly.
Sarà mica che il percorso “naturale” sta finendo in un pericoloso vicolo cieco? Quando ci si relaziona al vino naturale adottando le medesime modalità con cui si era cavalcata l’onda modernista del vino-frutto, il rischio è serio e non possiamo negarlo. Quando la bottiglia di vino naturale diventa merce esattamente come fu il Supertuscan costruito in laboratorio con vitigni pompati, la deriva commerciale e mediatica è dietro l’angolo. Sono solo cambiate le parole d’ordine: il vino non deve più essere morbido, opulento e fruttoso bensì “sano”, genericamente “eco-compatibile” e magari “misterioso” o comunque bioqualcosa. Concordo con Porthos quando parla di implosione dell’avanguardia naturale.
Fare vino seguendo le (presunte) richieste del mercato significa negare l’essenza del movimento “naturale”, che sintetizzo in 3 punti: critica radicale al modo con cui oggi l’umanità si relaziona alla natura, visione totalmente alternativa dell’agricoltura, lotta ai processi socio-economici dominanti. Oggi è impossibile parlare di “vino naturale” senza affrontare i nodi legati al sistema industriale di produzione, accumulazione e commercio ma soprattutto senza un approccio organico – che partendo dal vignaiolo arriva fino al consumatore, inteso come co-produttore (termine figlio della riflessione di Terra e Libertà/Critical Wine). È altrettanto necessario contestualizzare vino, cibo e agricoltura in orizzonti socio-culturali irriducibili ad una certa idea di Mercato. Valutare i “vini naturali” solo in base a caratteristiche sensoriali è limitante e ingeneroso nei confronti di chi da anni lavora ad un’idea integralmente diversa del vino e, oserei dire, della vita stessa.
Stiamo assistendo a un fenomeno enorme, cioé al totale sovvertimento del paradigma agronomico-enologico cui si era approdati negli anni ‘80/’90. Questo grazie agli studi di Claude e Lydia Bourguignon e di Jules Chauvet, grazie ai testi classici della biodinamica, antichi e moderni (Rudolf Steiner, Ehrenfried E. Pfeiffer, Alex Podolinsky, Nicholas Joly), e alle prassi dei pionieri del vino naturale (Lapierre, Overnoy, Breton, Binner, ecc). E il fermento è tutt’altro che terminato.
In questo contesto è stato meno appariscente, ma non meno rilevante, il cambio di approccio in termini di vendita e commercializzazione. Si ricorre sempre meno a grandi distribuzioni, grandi agenzie di rappresentanza e catene commerciali, ma sempre di più al rapporto diretto col co-produttore (attraverso vendita diretta, fiere, gruppi di acquisto) o con piccoli operatori specializzati, locali ed esteri. Diventano centrali un approccio differente al settore agricolo e l’interazione tra vignaiolo – artigiano/artista – e consumatore finale. Nella bottiglia di vino naturale, così come in un’opera d’arte, si cercano magia e piacere estetico, materiale ed intellettuale, dove il bello e il buono divengono fenomeno culturale e presidio etico. Altro che merce. Altro che banale e brutale bene di consumo. Altro che status symbol.
Se tutto ciò è vero – e può benissimo non esserlo – apparirà chiaro quanto sia delicata e complessa la questione dell’eventuale partecipazione del “movimento dei vini naturali” al Vinitaly. Personalmente, non sono nemmeno contrario per principio e non rinnego la mia passata partecipazione. Credo però che una scelta simile possa avere un senso solo in quanto gesto politico di rottura rispetto alle problematiche odierne in agricoltura: la sovrapproduzione, denominazioni di origine, certificazioni, burocrazia, uso sfrenato di chimica e tecnologia, standardizzazione del gusto e via dicendo. Dubito che allo stadio attuale il movimento naturale abbia la forza di proporsi compatto con un’identità forte e determinata. Dubito inoltre che il Sistema-vino – rappresentato dal Vinitaly – abbia davvero interesse ad accogliere dentro al “palazzo” il dissenso e l’alternativa. Temo, invece, che le sirene del marketing e dell’industria stiano già lavorando per concentrarsi su nuove forme e nuove apparenze, tralasciando ancora una volta la sostanza.

martedì 23 novembre 2010

Basta!

Se il mondo del vino naturale è questo io non sono un produttore di vini naturali.
E' questa la riflessione che nasce in me dalla manifestazione Semplicemente Uva, fiera del vino "cosiddetto" naturale organizzata dal "gastronauta" Davide Paolini, che si svolgerà a Milano in concomitanza - guarda caso - dell'annuale appuntamento al Leoncavallo (La Terra Trema).
Sono stato contattato mesi fa da una società che - immagino - è stata incaricata di organizzare l'evento. Comunicazione ultra markettara, messaggi poco chiari, sovrapposizione con l'appuntamento ex-critical wine. Varie ragioni mi hanno fatto declinare l'invito, nonostante una certa, pressante, richiesta.
Bene. Oggi ricevo dagli splendidi ragazzi organizzatori da anni, con sbattimenti notevoli, della rassegna leoncavallina un comunicato che potete leggere qui di seguito. Inutile aggiungere che lo sottoscrivo in pieno. Spiace un pò che questa deriva coinvolga anche persone che stimo...

"Da che parte stiamo/Brevi considerazioni in merito alle “cosiddette” coincidenze


Scriviamo questo breve comunicato mossi da una specie di senso d'urgenza, vuoi per le numerose sollecitazioni arrivate dai vignaioli de La Terra Trema, vuoi per le “mezze parole” o per altro tipo di suggestioni sopraggiunte da agenti "esterni".
La questione riguarda una manifestazione – nuova - che si svolge contemporaneamente alla nostra: Semplicemente Uva, organizzata da Davide Paolini.
Il sovrapporsi con altri eventi non è mai stato un problema per noi, è capitato altre volte e La Terra Trema non impone, né pretende alcun tipo di monopolio, anzi si augura che le economie dei vignaioli girino e bene.
Per questo motivo, quando ci hanno segnalato questa “fortuita coincidenza” non abbiamo dato troppo peso, abbiamo detto “si vedrà, aspettiamo di capire”.
La struttura comunicativa della suddetta manifestazione, sito e comunicati stampa, non aiutavano a capire però; per lungo tempo, avari di informazioni, non spiegavano né chi, né come, né perché.
Le cose sono emerse piano e con chiarezza solo pochi giorni fa, per merito dei vignaioli che - da parecchi anni - con La Terra Trema collaborano, ragionano, reagiscono.
In tanti hanno chiamato. E i racconti che ci riportavano rasentavano l’intimidazione mafiosa: vignaioli che, in nome del vino “cosiddetto naturale” si trovavano costretti a partecipare all’evento, a rinunciare alla partecipazione a La Terra Trema, un ricatto che arriva ritornava in modo prepotente anche da agenti e distributori.
Lo diciamo da un pezzo: le teorie del “buono, pulito e giusto”, del biologico naturale, sincero e semplice, da sole, non bastano e rischiano di diventare la miglior foglia di fico per nascondere ambigui interessi privati, economie balorde.
La Terra Trema lavora da molti anni perché le economie del vino (e delle agricolture in generale) girino intorno a chi le mani le sporca a fondo, nella terra, tra le foglie e i grappoli e non intorno a chi fa giusto lo sforzo di aggrapparsi a un telefono e chiamare e intimidire, minacciare ed escogitare deliranti ricatti.
Manifestazioni come Semplicemente Uva sono per noi l’esempio schietto di un mercato degenerato, malato e marcio, che - sfacciatamente - serve e protegge solo le solite lobbies.
Per questo motivo abbiamo deciso di imporre - per la prima volta - il nostro out out a quei produttori (pochissimi a dire il vero, giusto 2/3) che hanno aderito ad entrambi gli eventi; questo passaggio per noi si rende obbligatorio perché se per i vignaioli che partecipano a La Terra Trema non è chiaro il nostro tipo di discorso un progetto come La Terra Trema non ha motivo d’essere.
A onor del vero i produttori in questione hanno ritenuto di disdire la loro partecipazione a Su per partecipare a LTT, comprendendo a pieno le motivazioni che ci hanno portato a chiamarli.
Siamo sicuri che da quest’anno a Milano inizierà una guerra, quel che propone un evento come il nostro affossa per bene questi mestieranti del vino e della distribuzione, è la nostra (e la vostra) rivoluzione.
Questa discussione, ci auguriamo, si arricchisca delle vostre osservazioni, auspichiamo il vostro riscontro in merito - è fondamentale.


LaTerraTrema"

martedì 26 ottobre 2010

Autunni

C'è questa voce che mi sta letteralmente stregando... Cat Power col suo disco, Juke Box (grazie Giuli!)... Toni alla Joni Mitchell, lampi alla Janis, una produzione tipo Daniel Lanois per Bob Dylan. Disco perfetto per questo autunno che già si presenta con piogge e nebbie e vigne giallo canarino. Tra l'altro lei è bellissima ed è del 1972. Che annata!
E poi c'è l'autunno di una nazione. Questo nostro paese che naviga nel declino senza nemmeno rendersene conto, pensando d'essere ancora un "paese avanzato". Che l'unica è galleggiare cercando una qualche corrente che ci dia un senso.
Ci sono libri come American Tabloid di James Ellroy, che in realtà ho letto quest'estate, ma che è così pieno di decadenza ed immoralità da essere giocoforza autunnale. Un capolavoro. Un romanzo che ha dentro tutto, mafia, terrorismo, guerra fredda, puttane d'alto bordo, grandi politici, piccole comparse, strade secondarie e tonnellate d'alcolici. Così cinico, così esaltante.
E infine non è autunno senza Fornovo. Vini di Vignaioli/Vins de vignerons, forse la mia fiera preferita. Pioverà, farà freddo (è sempre così) ma ci si scalderà, come sempre, tra persone e vini autentici. Qui informazioni sulla fiera. 

lunedì 12 aprile 2010

Futuro imperfetto

Vini Naturali d'Italia - Manuale del bere sanoDi ritorno da Cerea. Varie domande in testa. Sul vino, sull'agricoltura, sul giornalismo. Sulla maratona. Sul futuro. Innanzitutto: dove va il movimento dei vini naturali (veri, bio, ecc.)?
C'è chi parla di implosione , dopo averne stimolato ed illuminato il percorso. E chi ci si butta a capofitto , dopo averne snobbato molti protagonisti.
E c'è chi, invece, con molta buona volontà ed ottimi risultati cerca di tracciarne un profilo. E' il caso di Giovanni Bietti che ha presentato, proprio a Cerea, il suo manuale. Non una guida ma una "cassetta degli attrezzi" ad uso di consumatori ed appassionati, per fare un pò di chiarezza sulla spinosa questione.
L'importanza del volume è innanzitutto teorica. Il fatto che ora esista un manuale sui vini naturali (qualche volume in francese già c'era, per la verità) sgombera il campo dal primo grande equivoco, quello cavalcato da chi sostiene che "i vini naturali non esistono" (esisterebbe solo l'aceto). No, il vino naturale esiste. Ed è definito secondo alcuni criteri molto bene esposti.
In secondo luogo questo primo volume, dedicato al centro Italia, oltre a presentare alcuni dei protagonisti di questo mondo, è importante perché affronta di petto alcune questioni essenziali: gli additivi enologici, la questione della solforosa, l'aspetto centrale della digeribilità e bevibilità dei vini naturali.
Ma allora dove va il movimento dei vini naturali? C'è chi dice dentro a Vinitaly. Non so. La voce girava già lo scorso anno. Ne avevo anche scritto. Non sarei contrario a priori, a patto di riuscire prima a trovare un terreno comune, una identità condivisa, un percorso unitario (pur con tutte le legittime diversità di vedute).
A parte le divisioni in gruppi ed associazioni, si assiste ad una fastidiosa reclusione autoreferenziale dentro un recinto. C'è indubbiamente la corsa ad auto-proclamarsi "quelli bravi". C'è anche sicuramente qualche spinta un pò fighetta verso una dorata, e pericolosa, torre d'avorio. Non credo, però, che partecipare a Vinitaly sia "La" soluzione. Anzi. La sistemazione di quest'anno mi è parsa molto bella, funzionale, attraente. Ed anche con notevoli potenzialità di espansione, se questa fosse la volontà.
Quello che so è che i vini presenti a queste fiere sono sempre più buoni. Di VinoVinoVino2010 faccio solo alcuni nomi: il veracissimo Chianti Le trame 2007 di Giovanna Morganti; i vini finissimi di Cascina delle Rose, in particolare mi ha colpito il Barbaresco Tre Stelle 2007; lo stupendo Le vieux clos 2006 di Nicolas Joly, salino, dominato da sentori elegantissimi di frutti di mare; il bevibilissimo Morgon 2007 di Foillard; tutti i borgogna bianchi di Pierre Morey; tutti i vini di Beppe Rinaldi.
Il futuro non si sa. Non so se correrò un'altra maratona, ad esempio. Bene a Milano, tutto sommato. Considerando l'allenamento risicato, i tre giorni di fiera, il freddo al via ed il vento contrario per buona parte della gara. Ho chiuso in 3h54m51s cioé un minuto sotto il mio personale. La sensazione era, ed è, che avrei potuto fare decisamente meglio se non mi fosse venuto un dolore al ginocchio sinistro già intorno al 13 km. Ho cercato di gestire al meglio la corsa e il dolore. Ovviamente, però, l'azione e la postura ne hanno risentito. Poi, al 39°, si è spenta la luce ed arrivare è stato veramente molto difficile.
Lasciar perdere sapendo di potersi migliorare ancora è dura. Ma l'impegno di una corsa del genere è davvero davvero molto grande.

mercoledì 7 aprile 2010

Vini Veri

Ci vediamo da domani a sabato a Cerea (Verona) per la fiera Vini Veri. Per info: www.viniveri.net

domenica 14 marzo 2010

I nuovi fenomeni

L'altro giorno chiacchieravo di vino col mio amico Guido Galli, enotecario in Senigallia. A un certo punto Guido se ne esce con la definizione "nuovi fenomeni", parlando dei nuovi sboroni del vino. E mi sono accorto che finalmente avevo trovato quello che cercavo: la definizione per i tanti personaggi che ultimamente affollano i banchi degustazioni delle fiere e i tanti spazi virtuali di discussione (blog, forum, social network, ecc.). Perché i fenomeni son sempre esistiti, ma ora siamo alla evoluzione della specie. Dai basici "Fa legno?" o "Questo vino ha fatto la malolattica" o "No, rosso no, sto facendo il giro dei bianchi" siamo passati a ben altre argomentazioni, a ben altre sovrastrutture.
I nuovi fenomeni riconoscono il tipo di rovere. I nuovi fenomeni sanno perfettamente quale ceppo di lievito ha svolto gli zuccheri. I nuovi fenomeni sanno precisamente quanti giorni ha macerato sulle bucce il vino. I nuovi fenomeni, in virtù dei molteplici corsi e seminari che hanno frequentato e delle decine di manifestazioni dove bazzicano ogni anno, riconoscono centinaia di sentori ed aromi, incensano i vini estremi ma odiano l'acidità volatile, cercano in continuazione le nuove "chicche" enologiche ma poi si gasano coi vini blasonati, maneggiano i concetti della biodinamica e ricordano benissimo l'andamento stagionale in Borgogna, Cote de Nuits, nel 1997.
Inutile dire che per noi produttori avere a che fare coi nuovi fenomeni è un piacevole inferno. Si impara sempre qualcosa. Arriverà il tempo in cui riceveremo regolari fatture per le consulenze prestate. D'altronde è ciò che fa il capostipite dei nuovi fenomeni, no?

 

venerdì 5 marzo 2010

Sorgente del vino

Da domani a lunedì sarò ad Agazzano, in Provincia di Piacenza, per la fiera Sorgente del vino Live nella bella rocca Anguissola Scotti - Gonzaga. Ci saranno 100 vignaioli con i loro vini e loro storie.

lunedì 25 gennaio 2010

Vini naturali a Roma






Il prossimo week-end sarò presente alla bella manifestazione di Roma "Vini naturali". Sarà un'occasione per incontrarsi e condividere qualche buon bicchiere.

sabato 31 ottobre 2009

Turné

Ecco i principali appuntamenti che mi vedranno impegnato da qui alla primavera per incontrare clienti, spiegare il mio lavoro e vendere qualche bottiglia. Stay tuned per altre info o nuove date.
1-2 Novembre
 
Vini di vignaioli a Fornovo Taro. www.vinidivignaioli.com
12-15 Novembre 
Tour enologico a Sancerre e Puilly-sur-loire.
20-23 Novembre 
Gusto Nudo fiera dei vignaioli indipendenti a Berlino. www.gustonudo.com
4-6 Dicembre 
La terra trema al leoncavallo, Milano. www.laterratrema.org
15 Dicembre 
Wine not sound al Twinside, Bologna. www.gustonudo.net
30-31 Gennaio 
Vini Naturali a Roma, Hotel columbus a Roma. www.vininaturaliaroma.com
9 Febbraio 
Serata di degustazione presso il ristorante La Tana degli orsi, Pratovecchio (AR). 

domenica 25 ottobre 2009

Vini di vignaioli 2009


Domenica 1 e lunedì 2 novembre saremo, Giovanni ed io, alla fiera di vini naturali Vins de vignerons/vini di vignaioli. Presenteremo in anteprima la nuova annata de Gli Eremi, il 2007, e il nuovo Nur 2008. Gli orari di apertura al pubblico sono dalle 10 alle 20 la domenica e dalle 12 alle 19 il lunedì. L'ingresso costa 8 euro con bicchiere.

martedì 14 aprile 2009

Gustonudo

Sabato e domenica 18 e 19 aprile sarò a Bologna per la terza edizione di Gustonudo, fiera di vignaioli indipendenti, nonché uno dei tanti percorsi nati dall'esperienza fondamentale di Critical Wine. E' una bella manifestazione, organizzata dall'amico Teo Gattoni, oramai a tutti gli effetti distributore di vini buoni e bio. 
Per info su orari, programma ed eventi collaterali visitate il sito www.gustonudo.net.
Porterò in anteprima il Terre Silvate 2008, fresco di imbottigliamento.