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domenica 18 luglio 2021

Come vignaioli alla fine dell'estate: l'introduzione

C’è questo primo fermo immagine dell’estate 2019 che continua a passarmi per la mente.
 

Una slitta trainata da cani, un cielo azzurro e luminosissimo, una linea di montagne sullo sfondo. La slitta e i cani viaggiano sospesi sull’acqua. Camminano letteralmente sulle acque. 

La foto è stata scattata in Groenlandia e mostra lo scioglimento del permafrost: appena sotto il pelo dell’acqua c’è il ghiaccio che si sta sciogliendo e sul quale i cani e la slitta stanno scivolando, generando l’incredibile effetto ottico (1)

C’è poi una seconda immagine molto potente in questa estate a tratti surreale: si tratta di una foto satellitare che mostra gli incendi scoppiati in Siberia. Si stima che tre milioni di ettari fra boschi e tundra siano andati in fumo, rilasciando 140 milioni di tonnellate di CO2, una cifra assolutamente gigantesca che ci racconta di una dinamica climatica totalmente fuori controllo.

Infine c’è un’ultima fotografia che rincorre nella mia mente le altre due, provando in qualche modo a cancellarle. Siamo in mezzo alle rovine di Micene, in mezzo a grandi blocchi di pietra che testimoniano di una grande civiltà in frantumi. Ecco, proprio lì, in mezzo ad alcune pietre di una antica dimora devastata, cresce una vite. Una vite selvatica. Che prova a farsi strada e a sopravvivere là dove non c’è più nulla.

La vite. Pianta resiliente, testarda e ribelle. Unica forma di vita in mezzo al vuoto. 

È un’immagine che mi fa riflettere sul movimento dei vignaioli naturali. Su quanto sia al centro del grande cortocircuito fra natura e cultura e su quanto poco stia facendo per prendere davvero posizione di fronte alla catastrofe ecologica.

 


La crisi ambientale che stiamo vivendo è in gran parte una crisi della Politica.

Nel 1975 Wallace Broecker pubblicava su Science un articolo dal titolo emblematico: Climatic Change: Are we on the Brink of a Pronounced Global Warming?” (2). L’insostenibilità del nostro modello di sviluppo è cioè cosa nota da sessant’anni almeno, eppure non è mai stata davvero al centro delle campagne elettorali o dei programmi politici di nessun grande partito politico di massa.

Nella ri-edizione di “Tempi storici Tempi biologici”, nel 2005, Enzo Tiezzi affermava “con un misto di imbarazzo e di orgoglio che le previsioni di vent’anni fa si sono dimostrate fondate e scientificamente corrette”. Nulla si crea e nulla si distrugge, la legge della termodinamica non fa sconti a nessuno: il ciclo del Carbonio sta alla base dell’aumento fuori controllo delle temperature del pianeta. I politici lo sanno da tempo. Ma nessuno ha mai davvero agito.

 

Eppure, se una speranza esiste, questa risiede ancora una volta proprio nella politica. 

In una nuova rotta.

Veniamo da anni, decenni, dominati dalla cieca fede in una dimensione globale sbagliata che ha prodotto danni sociali ed ambientali devastanti. La reazione è stata peggiore del male: una tendenza a rifugiarsi nell’identità locale e in un nuovo nazionalismo escludente. 

Dobbiamo cambiare immaginari, utilizzare nuove parole, pensare nuovi attori. Delineare i protagonisti della nuova lotta che si muovano in un terzo orizzonte, al contempo locale e globale.

“Ci vuole un termine che raccolga la stupefacente originalità (la stupefacente antichità) di questo agente. Chiamiamolo per il momento il Terrestre, con la T maiuscola per evidenziare che si tratta di un concetto; e, anche, per precisare in anticipo dove ci si dirige: il Terrestre come nuovo attore politico” (3).

 

Ho scritto questo libro con tutta l’urgenza che un mondo arrivato al capolinea può generare. Con gli occhi di un agricoltore che vede la natura cambiare giorno dopo giorno, immerso in una pratica quotidiana che dipende spesso da variabili incontrollabili. 

Ho scritto questo libro nella speranza che possa informare, angosciare, sensibilizzare. Che possa convincere almeno un solo lettore della necessità di un attivismo concreto e radicale contro il riscaldamento globale.

Il pessimismo della ragione mi porta a pensare che sia già troppo tardi. Al tempo stesso credo che non si debba lasciare nulla di intentato. 

Lo dobbiamo ai nostri figli cui lasciamo un pianeta in fiamme. 

 

 




(1) Sono 290 i miliardi di tonnellate di ghiaccio fuso che si sono riversate nell’Atlantico nei primi sette mesi dell’anno e certamente il record del 2012 verrà superato.

(2) https://blogs.ei.columbia.edu/files/2009/10/broeckerglobalwarming75.pdf

(3) Bruno Latour, Tracciare la rotta. Come orientarsi in politica, Raffaello Cortina Editore, Milano 2018.
Pagg. 55 e 56

 

martedì 12 aprile 2011

Luce


Chicchi di grandine d’oro
accecano lo sguardo
disattento
degli angeli guerrieri
Dopo l’estuario
vi è il mare
e correnti nuove
melodie primigenie
che guidano i passi
inquieti
verso un luogo
chiamato tempo

martedì 30 giugno 2009

Crollo verticale

Conosci la stanchezza estrema? Quando si spegne l'interruttore e senti che non ce n'é più? A me capitava dopo qualche esame universitario particolarmente impegnativo. L'adrenalina che ti scorreva nelle vene da tempo presenta il conto. I nervi che hai tenuto tirati per troppi giorni mollano. Lo stress accumulato, perché c'è maltempo, perché ci sono problemi tecnici, perché ci sono mille cose da tenere a mente, perché ci sono trenta persone da coordinare, tutto quello stress ti svuota ed appena molli, crolli.
Non so se ci sarà una quarta edizione di Musica Distesa. La fatica è tanta, i problemi anche, il lavoro tutto volontario. Però c'è la consapevolezza di avere fatto una operazione culturale importante. Di aver fatto una cosa bella. Con quel palco che esce dal buio della natura e da cui si sprigionano note e parole ed emozioni forti. Con un gruppo di lavoro affiatato. Con una offerta interessante e mai banale. Non so se ne vale la pena. Non so se basta. Però ci tengo a pubblicare una poesia che mi è arrivata ieri, scritta da una persona che era presente alla serata di sabato.

Musica Distesa Festival

Questo è un giorno di vittoria, cantano dal palco
È musica distesa in questo ventre nero di colline

Ritmi infernali 
Parole crude 
Giovani geniali appassionati

Non si accontentano di regalarti istantanee di vita
Sei trascinato
Scrollato
Svuotato e riempito

Giostra danzante
Ruggito di corpi liberi

Momento perfetto nell’'umidità della terra
Nei bicchieri di vino
Quello buono
Quello antico
Qui vigilano attenti
Su questi giovani coloni multiculturali
Intere generazioni di fantasmi contadini

Non si può sbagliare

Arrivano da lontano vite
Giovani coraggiose
Si misurano 
Passioni speranze storie da vendere

Musica Distesa Festival
Una scommessa ogni anno

E le campagne
Un tempo abbandonate da sempre
Ora come nuove
Cantano

Questo è un giorno di vittoria.

  

sabato 23 maggio 2009

Musica Distesa III

Programma

Lunedì 22 giugno – ore 18.00
Jesi, Palazzo dei Convegni:

Inaugurazione della Mostra di pittura di Alessandro Grazian “Figure”.
Presentazione della 3° rassegna “Musica Distesa”.
La mostra resterà aperta sino al 28 giugno.

Martedì 23 giugno – ore 20.00
Rosora, Centro Sociale – Circolo ARCI Cs
:
Spazio emergenti: SOLINDO, JAM BREAK, MAMUTH Live@Angelidirosora

Mercoledì 24 giugno – ore 21.00
Moie, Biblioteca La Fornace:

“Sul tuo corpo così dolce di fame così dolce di sete”: Fabrizio De andrè e l'amore, un percorso unico fra testi e musiche, letture e canzoni.

Venerdì 26 giugno
Cupramontana, Agriturismo La Distesa:

Ore 17.00 Apertura stands eno-gastronomici
Ore 19.00 Cena
Ore 21.00 Concerto ENIVE (Pesaro)
Ore 22.00 Concerto SILVIA’S MAGIC HANDS (Forlì/Cesena)
Ore 23.30 DJ set

Sabato 27 giugno
Cupramontana, Agriturismo La Distesa:

Ore 14.30 Massaggi, piscina, calcetto.
Ore 15.30 Apertura stands eno-gastronomici e prodotti equi e solidali
Ore 18.30 Aperitivo letterario
Ore 19.30 Cena
Ore 20.30 Concerto STREMAGANZA (Serra San Quirico)
Ore 21.30 Concerto IL PAN DEL DIAVOLO (Palermo)
Ore 22.30 Concerto ETTORE GIURADEI (Brescia)
Ore 24.00 DJ Dondi (funk, elettronica) + DJ Dado (house, minimal, techno) da radiocittàfujico (Bologna)

Domenica 28 giugno
Cupramontana, Agriturismo La Distesa:

Ore 14.30 Massaggi, piscina, calcetto
Ore 15.00 Apertura stands eno-gastronomici e prodotti equi e solidali
Ore 17.00 Arena di libera poesia
Ore 18.00 Aperitivo
Ore 19.00 Cena
Ore 20.00 Concerto THONY (Roma)
Ore 21.30 Reading EMIDIO CLEMENTI (Massimo Volume - Bologna)
“Matilde e i suoi tre padri”. Alla chitarra Stefano Pilia.

Organizzazione: Cupraliberacupra/I soliti sospetti * Direzione artistica: Giuliano Dottori. * Artwowk: Alessandro Grazian.* Ufficio Stampa: Stefania Cesari. * Enogastronomia: GAS Cupra. * Possibilità di campeggio * Alloggi e promozione del territorio: www.cupramontana-accoglie.it  Per info: 3341976342 – cupraliberacupra@tiscali.it

mercoledì 12 novembre 2008

Si coglie l'oliva

Il tempo dei campi è fiera armonia di stagioni vissute
D’ogni dove la luce è chiaro disvelo
Apertura di senso e sostanza
Riposate colline rigonfie respirano piano
Fra schegge di sole assoluto

Il tempo dei campi è strana armonia di autunno passato
Si coglie l’oliva sopra gli alberi centenari
E risuonano voci lontane
Dentro una calma inaudita
Di pace e silenzio fra i rami d’argento

Il tempo dei campi è lenta armonia di inverno assolato
E noi, noi siamo spiriti privi di sogni
Appesi a una vita sparita in un giorno
Strade in discesa nella notte senza ritorno
Alito di vento fra i rami d’argento

Il tempo dei campi è chiara armonia di colori e paure

domenica 17 agosto 2008

Mio padre

Mio padre se n'è andato
una notte d'estate
s'una strada che non posso seguire
ancora.
Se n'è andato all'improvviso
senza disturbare nessuno
senza quasi parlare
com'era suo solito
come avrebbe voluto.
Mi restano addosso
incancellabili attese
il freddo sereno della sua mano
il viso disteso
il caldo assoluto dell'urna di porcellana
un tempo che viaggia al contrario
verso memorie indifese.
Mio padre se n'è andato
fra i dolcissimi canti festosi
degli spiriti neri che amava
nel sole abbagliante di colline fedeli
navigando sui fiumi maestosi
che aveva studiato.
Ora mi sento una piccola barca
assaltata dai ricordi
invasa dall'assenza
allagata dall'acqua irrisolta
di un antico naufragio.