venerdì 28 gennaio 2011

Nuovo tour

5-6 Febbraio, Roma.
Vini Naturali a Roma. Terza edizione del bellissimo evento organizzato da Tiziana Gallo nelle eleganti sale dell'Hotel Columbus in Via della Conciliazione. www.vininaturaliaroma.com
10 Febbraio, Treia (Mc).
Degustazione c/o Casolare dei segreti. Degustazione e cena in compagnia di due altri bravissimi produttori, Nino Barraco e Nicoletta Bocca. www.casolaredeisegreti.it
16 Febbraio, Perugia.
Verticale de Gli Eremi. Annate storiche non più in commercio. Degustazione c/o Ristorante Stella.
5-6 Marzo, Agazzano (Pc).
Sorgente del vino live. Castello di Agazzano. Terza edizione del bellissimo mercato dei vignaioli organizzato da Sorgente del Vino. www.sorgentedelvinolive.org
27-29 Marzo, Dusseldorf (DE). 
Prowein. Un pò di globalizzazione non guasta. E poi, alla sera, una buona birra ed uno stinco come si deve sono d'obbligo.
7-9 Aprile, Cerea (Vr). Vino, vino, vino.
Vini secondo natura. Con il Consorzio vini veri per comunicare l'atto agricolo come atto culturale, a pochi passi da Vinitaly. www.viniveri.net

Non garantisco lo stage diving ma vi aspetto numerosi!

venerdì 21 gennaio 2011

AAA azienda agricola vendesi

Vendesi azienda agricola specializzata in produzione di vini e olio bio. Fama consolidata, ottimi punteggi sulle guide nazionali, portafoglio clienti in tutto il mondo. Annesso agriturismo con piscina (contratti con agenzie estere) e sala degustazione. Due cani, un gatto. Bosco, orto, parcheggio. Tutto incluso. Cedesi causa impossibilità di vivere ulteriormente nel Paese di Pulcinella, Repubblica delle Banane, Sultanato dell'immoralità, Regno dell'illegalità, Nazione del sottosviluppo televisivo e finanziario. Si valutano immediatamente manifestazioni di interesse causa volontà di trasferimento rapido per vivere di espedienti nel sud della Francia. Trattative riservate. No perditempo.

venerdì 14 gennaio 2011

Inizio d'anno



Giornate di sole passate a potare. La mano destra che si abitua di nuovo alle forbici. La pelle che tira, lì dove si formerà la vescichetta. Poi nebbie improvvise, che salgono dalla piana e lentamente ti circondano. E gelo nei piedi, mentre ti scalda l'idea di ciò che saranno le viti fra qualche mese.
Ricordi. Una incredibile magnum di Colonnara Cuprese 1992, Verdicchio maestoso ed elegante, stappata a Capodanno. Un Barolo Runcot Elio Grasso 1998, sospeso tra fiori appassiti e note amaricanti, chinate. Un anno che si è appena chiuso.
Il mio disco del 2010 è The Suburbs degli Arcade Fire, superbo concept sulla tristezza di non luoghi sospesi fra città e campagna. Moderni. Anonimi. Impersonali. Sospesi sul vuoto.
Un anno pieno di cose. Il Nur 2008 vino dell'Eccellenza per L'Espresso ed in finale dei trebicchieri, così come Terre Silvate 2009. Un nuovo vigneto piantato. Nuove frontiere acquisite, Canada e Australia. E poi persone, facce, teste e nasi che mi hanno seguito in fiere o degustazioni. O che sono venuti a trovarmi in cantina. Relazioni. Scambi. Parole. Bene così.


lunedì 3 gennaio 2011

Razzismi enologici

I vini sono come le persone. Ci sono quelli puntuali e quelli perennemente in ritardo. Ci sono quelli timidi e introversi e quelli solari e simpaticoni. Vini permalosi, orgogliosi, superbi, modesti, eleganti, raffinati, ieratici, spirituali.
Vini tragici e vini comici.
E poi, sì, ci sono vini che han fatto il lifting e vini che sono come mamma li ha fatti. Difetti inclusi.
Io ho sempre pensato che sono i difetti che ci fanno innamorare delle persone. Le piccole imperfezioni di un viso o di un corpo. Un tic. Una camminata strana. Una voce particolare. Un carattere tagliato con l’accetta. Quel qualcosa, qualunque essa sia, che spezza un equilibrio. Che lascia la questione prennemente in sospeso.
Certo, è un’estetica pericolosa, ne sono conscio. E’ l’estetica della devianza più che della norma. Del dionisiaco più che dell’apollineo. Ma è così anche per i vini. Per quelli indimenticabili, intendo.
A me in un vino affascinano l’irrequietezza, la tensione, la complessità. Intendiamoci: quando parlo di difetti non intendo ciò che intendono comunemente i sommeliers professionisti: un sentore di tappo, uno spunto acetico importante, una riduzione senza speranza, fanno parte di esperienze negative a prescindere. Io mi riferisco, invece, ad un più generale e teorico concetto di “deviazione” dal paradigma, dalla corrente principale. Il jazz per la musica classica. Il punk per il rock classico. Il cubismo per l’arte figurativa. Sono esempi di tecniche che spostano l’attenzione. Che irritano. Che innovano. Note “sbagliate” o tratti di pennello incomprensibili da cui emanano, però, emozioni ancestrali e sublimi. Ecco: io amo i vini che mi colpiscono per questo andare controcorrente, per essere irriducibili ad una norma, per rappresentare quell’Unico assolutamente irripetibile che è la combinazione Terra-Vite-Annata-Vignaiolo. Ciò non significa che mi piacciano solo vini estremi, al contrario, apprezzo anche vini “paradigmatici”, vini classici, esattamente come adoro certo mainstream musicale o l’arte figurativa più tradizionale. Ciò che contesto, però, è quella forma di razzismo enologico che si è affermato negli ultimi vent’anni, per cui il vino deve (e non può) essere pulito, stabile, morbido. In una parola: bello, di una bellezza classica, oggettiva, equilibrata.