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sabato 1 febbraio 2014

Velenitaly, l'olio italiano e il futuro del giornalismo indipendente

Nel giro di pochi giorni Intravino ha lanciato un appello a difesa di Maurizio Gily per la vicenda della famigerata copertina de L'Espresso "Velenitaly" (qui) e un attacco al New York Times per la sua inchiesta sull'olio extravergine d'oliva "italiano" (qui).
Cosa hanno in comune queste due uscite del popolare blog? Un attacco a quella che viene definita una informazione scorretta; una sorta di crociata contro il cattivo giornalismo eno-gastronomico (dove ovviamente, fra le righe, quelli buoni, puliti e giusti sarebbero solo - per definizione - i bloggers in questione, bravi a cogliere in fallo i colossi dell'informazione).
Personalmente avevo dedicato a Velenitaly un post provocatorio (qui) su questo mio blog. Letto il pezzo sull'olio di oliva mi è sembrato di ripercorrere la stessa strada un'altra volta, immerso in una certa visione del mondo per cui guai a chi tocca il "Made-in-Italy", qualunque esso sia ed a qualunque costo. Con lo stesso disagio che avevo provato ai tempi della celeberrima inchiesta di Report sul vino italiano.
Ora il disagio aumenta.
Che il mondo del vino e dell'olio italiani sia ancora pieno di gente che sfrutta il concetto di "made in Italy" per speculare su prodotti cattivi e dall'origine incerta, quando va bene, o illegali, quando va male, noi agricoltori lo sappiamo fin troppo bene. Basta guardare i prezzi e assaggiare il contenuto di certi prodotti DOC o DOP distribuiti nella grande distribuzione oppure venduti in larghe quantità all'estero. Prodotti che magari non uccidono la gente - come erroneamente enunciato da L'Espresso - o che viaggiano sul filo delle direttive di legge - quelle in cui è inciampato il New York Times... Prodotti, però, che uccidono le Denominazioni di Origine e rischiano di uccidere il lavoro artigianale di migliaia di agricoltori italiani. 
E allora, come agricoltore produttore di vino e di olio originariamente italiani, a me piacerebbe che il giornalismo "indipendente" non scadesse in queste polemiche piccole, in qualche modo autoreferenziali, quasi da casta o corporazione/Ordine dei giornalisti... A me piacerebbe che il giornalismo indipendente si schierasse definitivamente e scendesse in campo a viso aperto in quella che - a tutti gli effetti - è la battaglia del secolo per i contadini di tutto il mondo: quella per la sopravvivenza. Si schierino i blog, i giornalisti free-lance, i vari neo-comunicatori: con certe industrie dell'alimentazione che stanno distruggendo l'agricoltura italiana o con i contadini-artigiani che provano una nuova resistenza. 

PS Ovviamente questa resta una mia opinione personale, esattamente come lo era - pur di segno differente - quella di Maurizio Gily. Sarebbe il caso che in questo disgraziato paese la si smettesse di querelare per ogni sciocchezza e ad essere perseguiti per delle opinioni, anche se espresse in modo forte e deciso.          

domenica 7 novembre 2010

L'olio d'oliva e l'invenzione dell'economia

Dunque siamo alle olive. Le giornate sono brevi, si alternano giorni di luce e giornate dominate dall'elemento acqua: gialli Van Gogh e nebbie grigio esistenzialista. Ore e ore passate sugli alberi. Si parla. Si scherza. Si riflette. C'è, nel lavoro agricolo, un qualcosa che favorisce immediatamente la socializzazione. E' bello, questo fatto. Storicamente nelle campagne ci si aiutava, fra contadini. Scambio manodopera, cooperazione, mutuo soccorso. Tutto scomparso, o quasi, con l'avvento dei "coltivatori diretti", degli "imprenditori agricoli", delle "aziende". E' la modernità, bellezza.

C'entra forse nulla, ma mi ci ha fatto anche pensare la lettura di un libro che ho trovato illuminante e fondamentale: L'invenzione dell'economia di Serge Latouche. In questo libro c'è una tesi forte: l'assurdità di considerare l'economia una "scienza" che si muove secondo leggi naturali. E' un dibattito vecchio eppure nessuno, nemmeno i marxisti più intransigenti, aveva mai portato una critica così serrata e costitutiva al mondo degli economisti. La scienza economica per Latouche altro non è se una scienza necessaria a un determinato modo di produrre e scambiare merci, quello capitalistico. Modo che non è nato con l'uomo e che non morirà con esso.
Ecco, per l'agricoltura è un pò la stessa cosa. Non è sempre stato che i contadini comprassero il seme sul mercato. Per migliaia di anni i contadini hanno selezionato ed usato i propri semi. E nemmeno è sempre stato che gli agricoltori vendessero i loro prodotti sul mercato. Per quasi tutta la storia dell'umanità le merci dell'agricoltura erano destinate in gran parte all'autoconsumo oppure, spesso, prodotti e venduti "su prenotazione" (a famiglie più abbienti e cittadine). Un altro mondo. E però non è detto che sia meglio oggi, che il prezzo del grano lo fa la borsa di Chicago.

Quel che è certo è che la nostra civiltà mediterranea è caratterizzata dall'olivo forse ancor più che dal vino. L'olio extra-vergine di qualità è davvero uno dei beni agricoli più affascinanti, importanti, basilari. E certamente il "mercato", totem della moderna economia, non è oggi in grado di valorizzarlo adeguatamente.

PS L'extra vergine Pantarei di Arianna Occhipinti è veramente mostruosamente buono.

lunedì 24 novembre 2008

Prime gelate e olio novo

L'altra sera ha nevicato. Venti minuti di tempesta di neve. Da qualche mattina il gelo ha fatto la sua comparsa. Ieri, alle sette del mattino, l'aria era tersissima, brillante, frizzante. Ho camminato per qualche minuto nel bosco, respirando a pieni polmoni. E mi sono semplicemente sentito bene, vivo, parte di una natura gloriosa.
Ci sono ancora olive da raccogliere e domani farò l'ultimo viaggio al frantoio. Da trent'anni, dicono i vecchi contadini, non accadeva una produzione di olive così impressionante. Dopo due anni di magra torneremo, quindi, a imbottigliare il nostro extra-vergine bio da cultivar Carbonella, Raggia, Frantoio e Leccino. Si accettano sin d'ora prenotazioni: il prezzo sarà di Euro 13 per la bottiglia da 750 ml. Scrivete all'indirizzo distesa@libero.it oppure contatteci allo 0731781230.