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giovedì 1 aprile 2021

Contorsioni e rivalse


Ho sempre provato un fascino incredibile per le vecchie piante di vite.
È una delle ragioni per cui in questi anni ho piantato relativamente poche nuove parcelle e invece affittato o acquistato vigne di una certa età.
Mi affascinano le contorsioni delle vecchie viti. Il loro continuo, ostinato, resistere. La loro natura più intima le spinge verso l'alto. La vite è una liana, cerca il cielo, la verticalità. Ma viene costretta dall'uomo, o dagli elementi, a restare vicino a terra. Fronteggia un destino che è in qualche modo contro-natura. E nel far questo si arrovella, si curva, si attorciglia, si contorce. Affronta tagli, richiude ferite, sfugge al vento magari strisciando, vede crescere in sé buchi neri e fratture. Vere e proprie incisioni nell'anima che la linfa è costretta ad aggirare, ogni volta cercando una nuova strada. 
Una vecchia vite è - banalmente - molto simile a una vita. Umana. 
Ti ritrovi a quasi cinquant'anni a cercare il cielo. È nella tua natura. Ma non puoi più andare dove vorresti, liberamente e senza pensieri. C'è già un tronco più o meno possente, ci sono branche ramificate, ci sono i tagli più o meno netti che il mondo ti ha inflitto. Qualche buco nero. I segni delle vittorie e quelli delle sconfitte. Ci sono la meraviglia e lo stupore sempre nuovi di una storia, individuale e collettiva. E ci sono intorno anche delle fallanze, perché non tutti i tuoi compagni ce l'hanno fatta. 
C'è, nelle vecchie vigne, e nelle nostre vite, questo alternarsi di pieni e di vuoti. 
Ma soprattutto, e lo vedi chiaramente, senza dubbi o incertezze, in primavera, c'è una inarrestabile spinta vitale, che se ne frega di tutto, e che in modo ancestrale, primitivo, ribelle, aggira ogni ostacolo ed ogni avversità. Una specie di temeraria rivalsa.   

lunedì 8 luglio 2013

Stagione controcorrente

Un inizio di luglio così fresco non lo ricordavo da tempo. Sarà che è ancora vivo il ricordo di due annate come la 2011 e, soprattutto, la 2012 caratterizzate da ondate di caldo africano e scarsità di pioggia, ma questa estate sembra davvero una classica estate cuprense. Brezze piacevoli di giorno con temperature sotto i 30° e maglioncino alla sera come dovrebbe essere la norma in collina. Vedremo come andranno la fine di luglio ed il mese di agosto. Ma alcuni dati del centro meteo regionale sulla primavera e sui mesi di maggio e giugno sono indicativi di una stagione decisamente controcorrente rispetto agli ultimi anni.

In particolare per ciò che riguarda maggio:
"Le sovrabbondanti precipitazioni sono corrisposte ad un incremento dei giorni piovosi[3] che, a livello regionale, hanno fatto registrare una media di 16 giorni, con un incremento del 114%, il secondo valore più alto dal 1961 (preceduto dai 17 giorni di maggio 1980). Piogge che si sono andate a cumulare a quelle già cospicue di questa prima parte dell'anno: nel periodo gennaio-maggio 2013 infatti, la precipitazione totale è stata di 464mm, che supera del 46% la norma del quarantennio, con un numero di giorni pioggia pari a 57 giorni, +47% rispetto al 1961-2000 (secondo valore più alto dal 1961, preceduto solo dal 1978). La stagione primaverile (marzo-maggio) si è conclusa invece, con un totale di 284mm, +42% l'anomalia, la quinta più piovosa dal 1961."

Meteo ASSAM Regione Marche - precipitazioni mese gennaio-maggio 2013


Mentre per ciò che riguarda giugno così si esprime l'ASSAM:
"Ne sono successe di cose a giugno. Cercheremo di descriverle, provando ad essere chiari e non troppo tediosi.
Partiamo dal dato della temperatura media regionale: 20°C[3] che poco si discosta dalla media 1961-2000[4], appena di +0,4°C, ma che nasconde un rilevante significato. Quello del 2013 infatti è stato il più freddo giugno da 18 anni a questa parte; bisogna risalire al 1995 per trovare un mese "peggiore", quando la temperatura mensile si scostò di -1,2°C dalla media. Quella differenza di mezzo grado circa nasconde anche un andamento spiccatamente dinamico, con la prima e la terza decade del mese più fredde rispetto alla media (-0,8°C e -1,5°C le anomalie), contrapposte alla seconda decade decisamente più calda, +4,3°C rispetto alla media, frutto di una ondata di calore piuttosto intensa per nostra fortuna non così duratura come quelle del 2012. Il periodo di freddo invece, della durata massima di circa 8-10 giorni va cercato tra la fine di maggio e la prima parte di giugno, anche se molte delle temperature diurne più basse si sono verificate nel freddo di fine mese:
Notizie molto interessanti anche sul fronte delle precipitazioni, con un totale medio regionale di 87mm, superiore di 19mm alla media 1961-2000. Dal 2000, in giugno, solo in 3 anni la precipitazione si è mantenuta al di sopra della media: 2009, 2010 e nel 2013. E' continuato quindi a piovere, più della norma, come testimoniano i 551mm caduti da inizio anno (primo semestre 2013), con un surplus di +165mm rispetto al 1961-2000, terzo valore più alto per il periodo gennaio-giugno dal 1961. Ad oggi abbiamo raggiunto il 66% del totale di pioggia annua che di norma cade sulla nostra regione. Ancora più sensazionale è il totale degli ultimi dodici mesi, da luglio 2012 a giugno 2013, pari a ben 1111mm, con un incremento di +274mm, record per lo stesso periodo dal 1961; tra l’altro la quantità si è distribuita lungo 107 giorni di pioggia[5], fatto molto rilevante considerato che di mezzo c'è stata l'estate più arida dell'ultimo cinquantennio.

Dunque, ricapitolando: moltissima pioggia che ha ri-equilibrato i terreni dopo la siccità dello scorso anno e clima fresco/freddo che ha frenato fioritura e allegagione. La combinazione di queste caratteristiche ha portato a
- un'altissima pressione della peronospera ma anche una bellissima spinta vegetativa dei vigneti con pareti fogliari che non vedevo da tempo.
- un probabile "ritardo" nella maturazione, perlomeno rispetto alle ultime due annate. Dipende da come andranno i prossimi due mesi ma mi sento di escludere vendemmie agostane come negli ultimi due anni. Il che non è un male.

domenica 6 gennaio 2013

T come Terroir



Il mio terroir è una piccola striscia di terra rivolta a mezzogiono.
Là dove milioni di anni fa c’era il mare, oggi c’è una distesa di colline che si inseguono sinuose. Alle spalle c’è Cupramontana, di fronte Staffolo, in lontananza Cingoli, mentre netta si staglia la figura del monte San Vicino a segnalare la vicinanza degli Appennini.
La terra è un’argilla multiforme: zone di vera e propria creta bianca, dove domina il calcare, si alternano a lingue di arenaria giallastra e di marne azzurre, specie più in profondità. Su questo suolo, compatto e povero di sostanza organica, nascono vini potenti, strutturati e salati.  
Qui si è sempre fatto vino. La storia della viticoltura potrebbe essere una narrazione affascinante e parallela alla storia ufficiale del nostro paese. Dai romani al medioevo, passando attraverso la storia del monachesimo e dell’agricoltura di sussistenza, fino alla rivoluzione industriale ed al nostro tempo contemporaneo, ogni stagione ha avuto il suo vino, la sua organizzazione aziendale, i suoi metodi.
Il terroir non è un ideale ma un dato storico mutevole. E’ suolo e microclima; è vitigno e tecnica colturale; è fatto economico e culturale che segna l’identità locale in modo profondo. Il rischio è che diventi localismo becero e chiuso, quando la sua potenza sta invece nella ricchezza delle diversità, sorta di straordinario meticciato culturale.
Non ho mai capito perché in primavera solo in questa striscia di terra, che appartiene alla mia famiglia da circa ottanta anni, fiorisca un prato di tulipani rossi selvatici. Nelle vigne vicine no. A sinistra qualche fiore bianco, in mezzo alla terra lavorata in modo convenzionale. A destra principalmente fiori gialli, su un terreno a conduzione biologica come il mio. Non so se è da considerarsi fenomeno del terroir. Forse sì.
Certamente da sempre questo è stato considerato a Cupramontana un cru naturale. Si ritrova nei documenti storici e nelle narrazioni orali. Zona “da sole”, priva di ristagni di umidità. Con un’ottima ventilazione ed una buona altezza sul livello del mare a garantire escursioni notevoli fra il giorno e la notte.
Si vendemmia prima che altrove, in contrada San Michele. Ed i vini sanno di erbe aromatiche e scorze d’arancio.

Non è il vino dell'enologo - Lessico di un vignaiolo che dissente, Ed. DeriveApprodi    



sabato 5 maggio 2012

Primavera a Cupramontana

Passeggiando nel vigneto di San Michele in una spettacolare giornata di primavera.

mercoledì 23 marzo 2011

Sentirsi primaverili

Stiamo finendo di potare e legare in Contrada Spescia; negli ultimi giorni abbiamo sostituito pali di testata e tirato fili a San Michele, dato il cornoletame nel nuovo vigneto Manciano, sostituito barbatelle mancanti un pò in giro, respirato a pieni polmoni la prima aria primaverile. E' pure arrivato Pietre colorate, elegante e profondo come sempre.
E' il momento in cui non se ne può veramente più di freddo, umidità, nebbie, brine e piogge.
Il Rosso di Montalcino 2008 Pian dell'Orino è fantastico, croccante, succoso e netto. Il Sassella Riserva 2004 di Ar.Pe.Pe. è altrettanto buono sebbene diversissimo: petroso, quasi algido, ma stupendamente cristallino.
Grande discussione con gli amici di Pievalta sugli Champagne André Beaufort. Dolce o non dolce, fatto sta che la boccia di Polisy 2006 aperta per festeggiare l'amico Bianco è stata seccata nel giro di pochi minuti.

mercoledì 19 maggio 2010

Acqua da tutte le parti.

Piove, la gatta non si muove. Piove sulle tamerici salmastre ed arse. Piove, guarda come piove, guarda come viene giù. Insomma, piove che Dio la manda da giorni.
E' un pò l'incubo del vignaiolo bio: pioggia quotidiana e non riuscire a trattare il vigneto. E quando tratti, l'acqua si porta via tutto. Non resta che attendere e credere nel potere della biodinamica...
Who'll stop the rain cantava il grande John Fogerty, con l'eco vigoroso di Bruce e della E Street. Già. Chi fermerà la pioggia?

giovedì 13 maggio 2010

Elemento acqua

Mi accorgo di avere trascurato un pò questo spazio, ultimamente. Molti gli impegni che si sono accavallati. Imbottigliamenti, spedizioni, ripetuti tagli d'erba, sistemazioni d'agriturismo, sistemazioni di cantina, adempimenti burocratici, l'orto. Due figli sempre più attivi. E poi l'organizzazione della quarta edizione di Musica Distesa.
Le giornate sono dominate dall'elemento acqua. Organizzare i lavori di campagna diventa difficile. Sogno un paio di giorni solo per me, lontano. Leggero. Ho letto un libello interessante. Che fare? Trattatello di fantasia politica a uso degli europei di Daniel Cohn-Bendit, ore leader di Europe-Ecologie  e già leader dei Verdi tedeschi e del maggio francese. Una boccata d'aria nel marasma del dibattito nostrano.
Nel frattempo ho rilasciato interviste (qui ) e dichiarazioni spontanee (qui ).

domenica 28 marzo 2010

Forze di luce

Dalla neve di inizio mese al sole meraviglioso di questi giorni. Amo marzo. Tutto sorge e tende al cielo. I verdi son verdi fosforescenti e la terra pare come gonfiarsi, soffice come un croissant.
Oggi, dentro alle forze di luce, ho fatto l'ultimo lunghissimo in preparazione della maratona di Milano. 3 ore e 12 minuti, oltre 30 chilometri in saliscendi. Ma credo che sarà la terza ed ultima maratona. Si fa veramente troppa fatica. (Fra parentesi: sono tornato sotto i 64 Kg).

sabato 20 marzo 2010

E' la primavera, baby

Finestra di bel tempo, finalmente. Una settimana di lavoro super intenso ci ha portato a terminare l'impianto del nuovo vigneto di Verdicchio. Nonostante l'inverno inclemente siamo in corsa "su tutti i fronti". Resta solo da legare la Spescia, poi si trinceranno i sarmenti e magari faremo una piccola ripuntatura a filari alterni. Poi imbottigliamenti, spedizioni, primi trattamenti, e via così verso la nuova stagione.
Bel confronto, recentemente, fra storie spumantistiche. Confronto apparentemente impari. Giulio Ferrari Riserva del Fondatore 1997 contro Champagne Blanc de Blanc del-piccolo-produttore-qualunque-di-annata-qualunque. Beh, lo Champagne aveva una marcia in più, mi spiace proprio dirlo. Buono il Ferrari, anzi grande. Eppure non ci ha proprio lasciato con le lacrime (tra l'altro aveva ancora una tostatura legnosa piuttosto invadente). Mentre la beva dello sciampagnino era commovente. E noi ci siamo commossi. Nel senso che i bicchieri erano rapidamente vuoti. Sale, mare, salivazione, freschezza, brillantezza, gioventù, primavera, gioia di vivere, che ti vien voglia di prender la macchina e sparare a tutto volume un bel disco in autoradio, e correre via dentro il tramonto cantando a squarciagola, pensando alla tua ragazza che t'aspetta.
Bringing down the horse, ad esempio, dei Wallflowers. E' un disco che per me rappresenta molto bene certi anni novanta. Non lo ascoltavo da molto tempo, ed oggi me lo sono goduto tutto di un fiato. Coi suoi suoni limpidi, con le chitarre scintillanti, con la voce profonda ed ispirata di Jacob Dylan, con l'alternarsi di ballate e cavalcate elettriche, di pop agile e rock più aggressivo. Col Giuli, il Tenca, Ueppe e Lino si suonava One Headlight ed era proprio un treno. Ci si divertiva, con volumi di suono spaventosi. Ricordo che Springsteen proprio su One Headlight si unì ai Wallflowers in un MTV Music Awards, doppiando meravigliosamente bene la voce di Jacob sui toni alti.
Gran bel disco. Gran bel periodo.

venerdì 15 maggio 2009

Vini, libri, bambini ed allergie

Trovo insopportabili certi atteggiamenti della popolazione altoatesina nei confronti degli italiani, soprattutto in considerazione dei molti privilegi che lo status di Provincia Autonoma garantisce loro. La sensazione che si prova è davvero quella di una progressiva e inarrestabile pulizia etnica nei confronti della minoranza italiana (per non parlare degli extra-comunitari). Nulla di totalmente illegale, per carità, ma si respira la netta sensazione di una costante discriminazione. Ciò premesso, non potevo esimirmi, devo sottolineare quanto bello sia il "giardino sudtirolese" e quanto buoni i suoi vini.
Alcune note: Haderburg Metodo Classico Pas Dosé 2004 è uno stupendo spumante, salato, minerale, lunghissimo in chiusura, fine. Una vera sorpresa da Salorno, il primo villaggio dell'Alto Adige. Di questa cantina molto valido anche il Gewurztraminer che viene dalla Val d'Isarco. Ottima degustazione da Stroblhof (il cui consulente è nientemeno che Hans Terzer), con tutti i vini di ottima fattura, ma in particolare ho apprezzato: il Pinot Bianco Strahler 2008, una rivelazione. Pulitissimo, vivace, dritto come una spada, dalla ottima concentrazione, si presenta con netti sentori di anice, menta, agrumi. In bocca chiude balsamico, ammandorlato, secco. Molto buono anche lo Chardonnay Schwarzhaus 2007 affinato in botte grande, minerale, gessoso, molto complesso, ancora chiuso  in se stesso, sapido e verticale, molto fine. Il Pinot nero Riserva 2006 è molto articolato, con sentori di lampone, fragolina di bosco, ciliegia, una leggera evoluzione verso il cuoio e il cacao, asciutto, austero, sostenuto da una acidità contagiosa e da tannini equilibrati: veramente un grande Pinot Nero. Non poteva poi mancare una realtà cooperativa. L'intera gamma "alta" della Cantina di Caldaro è impressionante per pulizia olfattiva e rapporto prezzo/qualità. In particolare mi hanno colpito ancora il Pinot Bianco 2007, molto fresco, fragrante, pieno di nerbo e persistenza, dominato dalla mandorla e da una freschezza erbacea, il Lago di Caldaro 2007, è uno splendido esempio di Schiava bevibilissima, piacevole, facile, "estiva".
Ultimamente ho letto: Sardinia Blues di Flavio Soriga, un buon libro, scritto in modo moderno,una sorta di viaggio pop dentro ad una Sardegna ai più sconosciuta; Matilde e i suoi tre padri di Emidio Clementi, cantante dei Massimo Volume: un altro buon libro, scorrevole, ben narrato, forse dalla chiusura un pò troppo rapida. Sto leggendo La solitudine del maratoneta di Alan Stillitoe, per ora micidiale, cinicissimo, punkrock ante litteram.
Si resiste in preda a starnuti, congiuntiviti e respiri mozzati, causa una impollinazione impressionante dovuta al caldo improvviso. E nel frattempo Giulia si sveglia di notte, Giacomo si scatena di giorno, ci sono i vigneti da trattare, i pali del nuovo vigneto da piantare, i vini da imbottigliare, i cartoni da spedire, l'erba in giardino da tagliare, la piscina da scoprire, le colazioni da preparare per i clienti dell'agriturismo. Si resiste. O almeno ci si prova.

 

venerdì 8 maggio 2009

Primi di maggio

In partenza per l'Alto Adige, in cerca di vini emozionanti. In cerca di una sosta. Di un attimo sospeso. Come lo scorso fine settimana. Gli amici. Calpestare li nostro vigneto comune, il nostro nuovo giocattolo, il nostro nuovo legame. E poi un brindisi, due carezze ad un pallone, la convinzione che la vita può anche essere tutta lì: in una grande giocata, in uno stupido scherzo, in una battuta cretina. Siamo stati bene. Sono stato felice. Leggero. Sorseggiando un bicchiere di vino primaverile, guardando quei visi invecchiati, e sempre uguali, ricordando per un attimo alcuni momenti di quindici anni prima. Che sembran tanti ed invece no. 

lunedì 19 maggio 2008

Maledetta primavera

Una fioritura incredibile degli ulivi ed una notevole quantità di "uva" sulla vite caratterizzano questa primavera più fredda del solito.
Sto leggendo la biografia di Pancho Villa, scritta da Paco Ignacio Taibo II (libro lunghissimo ed un pò noioso); sto ascoltando Warpaint dei Black crowes (in CD perché alla fine il vinile non è arrivato); sono incazzatissimo per una serie di ragioni che prima o poi scriverò; sto lavorando troppo e male; lo scudetto è andato all'Inter.
Eppure l'altra sera mi sono ritrovato nel meraviglioso piccolo teatro di Osimo ad ascoltare Steve Earle in acustico. E quando mi ha sparato Goodbye, pezzo incredibile da Train a comin' del 1995, tutto quanto mi pareva pieno di senso e bellezza; tutti i casini, i problemi, le contraddizioni mi sono apparsi per ciò che sono: piccoli accidenti poco importanti di fronte alla poesia di una pancia che si muove, di una vita libera e autentica, di una musica che per 5 minuti di ti fa dimenticare la realtà e ti trascina nel mondo dei sogni e dei desideri.
But I recall all of them nights down in Mexico
One place I may never go in my life again
Was I just off somewhere just too high
But I can't remember if we said goodbye"