In un ristorante con uno chef sulla bocca di tutti. Con una ristorazione di alto livello. In compagnia di una prestigiosa firma del panorama enogastronomico.
Adocchiamo la lista vini e cosa ordiniamo? Lo sfuso della casa. Ecco la rivoluzione prossima ventura, per me. Convincere i consumatori, privati o ristoranti che siano, che c'è ancora la possibilità di fare vini buoni a prezzi accessibilissimi per un consumo quotidiano. Avete presente frizzantini in fusto, tavernelli e bottiglioni da poco? Ecco, per forza, poi, cala il consumo del vino in Italia...
Il vino in questione, tra l'altro, era straordinario: il Trebbiano d'Abruzzo di Valentini 2009, imbottigliato dal ristoratore medesimo. Croccante, gustoso, rinfrescante. (Per quanto anche il cerasuolo...)
Vino e territorio. Musica e cultura. Pensieri, sogni e visioni di un Homo Sapiens di campagna
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lunedì 4 luglio 2011
mercoledì 20 ottobre 2010
Minchia, l'Abruzzo
Un paio di giorni in libertà. Dalle Marche scendiamo a sud. Controguerra, Torano Nuovo e Teramo. Poi Assergi, Campo Imperatore e Santo Stefano Sessanio, bellissimo paese medievale colpito dal terremoto. E ancora: L'Aquila, scioccante e deprimente; le case di Berlusconi; la scoperta di un posto incredibile, fuori dal mondo, come la Rocca di Calascio.
Quanto è bello l'Abruzzo? Come mai non c'eravamo mai stati? Si mangia bene, si beve bene, si spende poco, cosa volere di più?
A Teramo il Ristorante Cantinone, a Fonte Cerreto l'albergo ristorante Nido d'Aquila, a Calascio il Rifugio della Rocca, sono posti consigliatissimi (con carni buone e non solo).
L'Igt Indigena di Cioti 2009 (Trebbiano+altri vitigni autoctoni) è fresco, leggero ma piacevolissimo e molto pulito. Il Montepulciano d'Abruzzo Marina Cvetic 2006 di Masciarelli è di stile bordolese, fine, potente, con tannini dolci ed un naso elegante di cacao, rabarbaro e frutti rossi. Il Montepulciano "base" di Cataldi Madonna 2008 ha una beva facile ed è asciutto e pieno. L'azienda, sita nella piana di Ofena, fa vini di stile molto moderno, ma decisamente buoni e a prezzi corretti.
Insomma, verrebbe voglia di tornarci immediatamente, all'ombra del Gran Sasso.
Quanto è bello l'Abruzzo? Come mai non c'eravamo mai stati? Si mangia bene, si beve bene, si spende poco, cosa volere di più?
A Teramo il Ristorante Cantinone, a Fonte Cerreto l'albergo ristorante Nido d'Aquila, a Calascio il Rifugio della Rocca, sono posti consigliatissimi (con carni buone e non solo).
L'Igt Indigena di Cioti 2009 (Trebbiano+altri vitigni autoctoni) è fresco, leggero ma piacevolissimo e molto pulito. Il Montepulciano d'Abruzzo Marina Cvetic 2006 di Masciarelli è di stile bordolese, fine, potente, con tannini dolci ed un naso elegante di cacao, rabarbaro e frutti rossi. Il Montepulciano "base" di Cataldi Madonna 2008 ha una beva facile ed è asciutto e pieno. L'azienda, sita nella piana di Ofena, fa vini di stile molto moderno, ma decisamente buoni e a prezzi corretti.
Insomma, verrebbe voglia di tornarci immediatamente, all'ombra del Gran Sasso.
mercoledì 4 agosto 2010
Tu vò fà l'americano... mericano...
Un paio di mesi fa il mio importatore americano mi ha segnalato che si parlava de Gli Eremi 2006 sul Wall Street Journal. Vengo così a sapere che in un ottimo ristorante di New York City (marea), di fronte a Central Park in pieno centro Manhattan, a uno dei redattori della celebre rivista economica americana è stata servita la mia riserva di verdicchio.
Queste le sue note: "The wine was the 2006 Gli Eremi Verdicchio di Jesi Classico Riserva from La Distesa. “I’ve never heard of it before,” I said to Richard. “No one has,” he replied, adding that it was a tiny-production Verdicchio from a small but highly-regarded estate. It’s rich but possessed of a firm minerally note, said Richard, like a Cru Chablis. I was happy to follow his lead.
The Gli Eremi was as Richard had described it: unctuously rich yet tempered by a bright and penetrating minerality that was, indeed, an echo of a Grand Cru Chablis. And most importantly, it complemented our food — even the intensely-flavored fusilli with grilled octopus in a red wine sauce that my friend ordered. I want to go back to Marea right away — to drink another bottle and to eat more of chef Michael White’s fabulous pastas. But time is tight; according to Francesco, the six cases they ordered is just one..."
Che dire? Il Wall Street Journal non è propriamente uno dei miei riferimenti ideologici, però il paragone con un Grand Crus di Chablis per un bianchista non può che far piacere, no?
Queste le sue note: "The wine was the 2006 Gli Eremi Verdicchio di Jesi Classico Riserva from La Distesa. “I’ve never heard of it before,” I said to Richard. “No one has,” he replied, adding that it was a tiny-production Verdicchio from a small but highly-regarded estate. It’s rich but possessed of a firm minerally note, said Richard, like a Cru Chablis. I was happy to follow his lead.
The Gli Eremi was as Richard had described it: unctuously rich yet tempered by a bright and penetrating minerality that was, indeed, an echo of a Grand Cru Chablis. And most importantly, it complemented our food — even the intensely-flavored fusilli with grilled octopus in a red wine sauce that my friend ordered. I want to go back to Marea right away — to drink another bottle and to eat more of chef Michael White’s fabulous pastas. But time is tight; according to Francesco, the six cases they ordered is just one..."
Che dire? Il Wall Street Journal non è propriamente uno dei miei riferimenti ideologici, però il paragone con un Grand Crus di Chablis per un bianchista non può che far piacere, no?
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sabato 6 febbraio 2010
Lavori ed invecchiamenti
Duro lavoro negli ultimi giorni. Fra scavare buche per rimpiazzare viti nelle vigne vecchie, squadrare per bene, manco fossimo geometri esperti, mezzo ettaro di vigna nuova e piantare pali da mattina a sera, Giovanni ed io abbiamo riempito le prime giornate davvero belle ed asciutte dall'inizio dell'anno. Sono i giorni in cui lavorare in campagna è una vera soddisfazione e non si finirebbe mai di camminare i vigneti.
Martedì 9 febbraio, invece, sarò ancora in giro. Si torna al Ristorante La Tana degli orsi di Pratovecchio (AR) dei bravi Caterina e Simone, in pieno casentino, per una mangiata/degustazione tutta dedicata ai vini La Distesa. Si comincerà col Terre Silvate 2008 per poi fare un salto all'indietro nel tempo. Sarò anch'io curioso di vedere come saranno invecchiati, se meglio o peggio del sottoscritto, Gli Eremi 2002, Gli Eremi 2000 e uno dei primi Verdicchio targati La Distesa, ovvero il San Michele 1998. La serata è solo su prenotazione, questi i riferimenti:
Ristorante Cantineria “La Tana degli Orsi”
Via Roma 1, Pratovecchio AR.
Tel. e Fax 0575 583377
Cell. 329.8981473 - 329.5829483
E.mail tana.orsi@aruba.it
Martedì 9 febbraio, invece, sarò ancora in giro. Si torna al Ristorante La Tana degli orsi di Pratovecchio (AR) dei bravi Caterina e Simone, in pieno casentino, per una mangiata/degustazione tutta dedicata ai vini La Distesa. Si comincerà col Terre Silvate 2008 per poi fare un salto all'indietro nel tempo. Sarò anch'io curioso di vedere come saranno invecchiati, se meglio o peggio del sottoscritto, Gli Eremi 2002, Gli Eremi 2000 e uno dei primi Verdicchio targati La Distesa, ovvero il San Michele 1998. La serata è solo su prenotazione, questi i riferimenti:
Ristorante Cantineria “La Tana degli Orsi”
Via Roma 1, Pratovecchio AR.
Tel. e Fax 0575 583377
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martedì 12 gennaio 2010
Rock, cucina e vino

Così l'altro giorno arrivano due ragazzi in cantina. Mi avevano avvertito che sarebbero venuti ad acquistare del vino per un ristorante di prossima apertura a Cingoli. Bene.
Andrea, lo chef, si presenta con in mano un libro. E comincia a spiegarmi. Che ha lavorato di qui e di là, che apre un agriturismo, che si chiamerà Il Maiale Volante, che sarà costruito in bio-edilizia e con balle di paglia, che si cucineranno solo prodotti stagionali prodotti dalla azienda agricola, che si mangeranno solo cibi bio, che farà una lista di soli vini naturali. Fico. C'è passione, mi dico. Assaggiamo i vini, gli piacciono. Li compra. Dopodiché guardiamo insieme il libro. E capisco che a volte davvero le affinità elettive esistono. Rockitchen è un ricettario originale: 30 menù accompagnano 30 dischi della storia del rock. Lo ha scritto Andrea Tantucci, chef, insieme a Paola De Angelis, giornalista musicale. Consulenza enologica di Marco Casolanetti, il vignaiolo del mitico Kurni.
Beh, ad After the Gold Rush di Neil Young viene abbinato un Roast beef con insalata d'inverno stufata e frutta secca. E a questo piatto, manco a dirlo, un Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Superiore "Terre Silvate" 2008. Buon appetito e buon ascolto.
Andrea, lo chef, si presenta con in mano un libro. E comincia a spiegarmi. Che ha lavorato di qui e di là, che apre un agriturismo, che si chiamerà Il Maiale Volante, che sarà costruito in bio-edilizia e con balle di paglia, che si cucineranno solo prodotti stagionali prodotti dalla azienda agricola, che si mangeranno solo cibi bio, che farà una lista di soli vini naturali. Fico. C'è passione, mi dico. Assaggiamo i vini, gli piacciono. Li compra. Dopodiché guardiamo insieme il libro. E capisco che a volte davvero le affinità elettive esistono. Rockitchen è un ricettario originale: 30 menù accompagnano 30 dischi della storia del rock. Lo ha scritto Andrea Tantucci, chef, insieme a Paola De Angelis, giornalista musicale. Consulenza enologica di Marco Casolanetti, il vignaiolo del mitico Kurni.
Beh, ad After the Gold Rush di Neil Young viene abbinato un Roast beef con insalata d'inverno stufata e frutta secca. E a questo piatto, manco a dirlo, un Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Superiore "Terre Silvate" 2008. Buon appetito e buon ascolto.
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