venerdì 15 maggio 2009

Vini, libri, bambini ed allergie

Trovo insopportabili certi atteggiamenti della popolazione altoatesina nei confronti degli italiani, soprattutto in considerazione dei molti privilegi che lo status di Provincia Autonoma garantisce loro. La sensazione che si prova è davvero quella di una progressiva e inarrestabile pulizia etnica nei confronti della minoranza italiana (per non parlare degli extra-comunitari). Nulla di totalmente illegale, per carità, ma si respira la netta sensazione di una costante discriminazione. Ciò premesso, non potevo esimirmi, devo sottolineare quanto bello sia il "giardino sudtirolese" e quanto buoni i suoi vini.
Alcune note: Haderburg Metodo Classico Pas Dosé 2004 è uno stupendo spumante, salato, minerale, lunghissimo in chiusura, fine. Una vera sorpresa da Salorno, il primo villaggio dell'Alto Adige. Di questa cantina molto valido anche il Gewurztraminer che viene dalla Val d'Isarco. Ottima degustazione da Stroblhof (il cui consulente è nientemeno che Hans Terzer), con tutti i vini di ottima fattura, ma in particolare ho apprezzato: il Pinot Bianco Strahler 2008, una rivelazione. Pulitissimo, vivace, dritto come una spada, dalla ottima concentrazione, si presenta con netti sentori di anice, menta, agrumi. In bocca chiude balsamico, ammandorlato, secco. Molto buono anche lo Chardonnay Schwarzhaus 2007 affinato in botte grande, minerale, gessoso, molto complesso, ancora chiuso  in se stesso, sapido e verticale, molto fine. Il Pinot nero Riserva 2006 è molto articolato, con sentori di lampone, fragolina di bosco, ciliegia, una leggera evoluzione verso il cuoio e il cacao, asciutto, austero, sostenuto da una acidità contagiosa e da tannini equilibrati: veramente un grande Pinot Nero. Non poteva poi mancare una realtà cooperativa. L'intera gamma "alta" della Cantina di Caldaro è impressionante per pulizia olfattiva e rapporto prezzo/qualità. In particolare mi hanno colpito ancora il Pinot Bianco 2007, molto fresco, fragrante, pieno di nerbo e persistenza, dominato dalla mandorla e da una freschezza erbacea, il Lago di Caldaro 2007, è uno splendido esempio di Schiava bevibilissima, piacevole, facile, "estiva".
Ultimamente ho letto: Sardinia Blues di Flavio Soriga, un buon libro, scritto in modo moderno,una sorta di viaggio pop dentro ad una Sardegna ai più sconosciuta; Matilde e i suoi tre padri di Emidio Clementi, cantante dei Massimo Volume: un altro buon libro, scorrevole, ben narrato, forse dalla chiusura un pò troppo rapida. Sto leggendo La solitudine del maratoneta di Alan Stillitoe, per ora micidiale, cinicissimo, punkrock ante litteram.
Si resiste in preda a starnuti, congiuntiviti e respiri mozzati, causa una impollinazione impressionante dovuta al caldo improvviso. E nel frattempo Giulia si sveglia di notte, Giacomo si scatena di giorno, ci sono i vigneti da trattare, i pali del nuovo vigneto da piantare, i vini da imbottigliare, i cartoni da spedire, l'erba in giardino da tagliare, la piscina da scoprire, le colazioni da preparare per i clienti dell'agriturismo. Si resiste. O almeno ci si prova.

 

4 commenti:

luciano ha detto...

Gentilissimo, intanto in bocca al lupo per l'allergia (nel senso che spero passi presto) e courage per il lavoro e gli impegni famigliari e non.
Intervengo ancora nel suo blog perchè le prime righe del post lasciano capire che il suo soggiorno in terra Sud Tirolese (!) non è stato dei migliori. Mi preoccupa un poco quel "certi insopportabili atteggiamenti della popolazione altoatesina nei confronti degli italiani": volenti o nolenti sono italiani anche loro.
Pensi che sono trenta anni che ogni estate passo 15, 20 giorni a Sexten in Val Pusteria. I primi anni, con una maggioranza schiacciante di turisti austrici e tedeschi (adesso gli austriaci stanno a casa loro ed i tedeschi vanno più volentieri in Austria o in Spagna), dal panettiere o dal macellaio, se appena capivano che eri "italiano", facevano finta di non vederti e venivi servito per ultimo. Guai e chiedere una informazione in italiano (io, furbastro, parlavo in inglese e li fregavo) perchè o non ti rispondevano o ti davano informazioni sbagliate.
Dopo trenta anni sono ospite fedele di Sexten (con tanto di sconto sulle funivie e distintivo in argento con sopra le tre cime di Lavaredo) e l'azienda di soggiorno mi manda gli auguri di Natale e di compleanno. Ma l'atteggiamento se, per forza di cose, è molto migliorato per quello che riguarda il panettiere ed il macellaio (ormai i turisti sono il 70% romani)rimane ancora discutibile per quello che riguarda la gente comune.
Ma non mi sono mai scoraggiato, saluto tutti in tedesco e mi godo cibo, vini e posti sempre meravigliosi.
L' ostilità nei confronti degli "italiani", anche se ora non ha davvero più senso, trova origine nelle brutte e tristi vicende del dopo seconda guerra mondiale, con la popolazione (austriaca) costretta a scegliere se rimanere nelle proprie case e "diventare" italiani oppure abbandonare tutto ed emigrare. Ci sono dei buoni libri (anche se un poco di parte) che spiegano queste vicende ancora troppo vive nei cuori di quella gente.
Cordialmente.
Luciano

Corrado Dottori ha detto...

Buonasera Luciano. Lungi da me fare ricorso ai principi del nazionalismo, categoria anni luce lontana dalla mia cultura. Fosse per me darei le più ampie autonomie locali domattina. Dico, però, che visti i notevoli privilegi concessi alle Province autonome perlomeno si dovrebbero rispettare alcuni basilari accordi che fondano l'autonomia stessa: se bilinguismo deve essere allora che lo sia, mentre ormai in certe zone dell'alto adige l'italiano è scomparso completamente, non solo nel linguaggio quotidiano ma anche per le strade. E addirittura dai depliants turistici che promuovono la zona ed i vini, scritti in tedesco ed inglese e basta! A questo punto mi chiedo quale sia il senso della appartenenza alla "comunità nazionale italiana".

luciano ha detto...

Gentilissimo, effettivamente in alcune valli (un poco a macchia di leopardo) il disprezzo per l'italiano inteso come lingua e persona è particolarmente vivo.
Mi giunge nuovo che le strade siano segnalate solo in tedesco (che in realtà non è tedesco ma vari dialetti molto simili alla lingua germanica) e personalmente mi è capitato di vedere segnalazioni bilingue con le scritte in italiano deturpate (cosa che però succede anche in Lombardia dove i nomi delle cittadine e dei paesi vengono spesso lombardizzati). Per quanto concerne le etichette dei vini le parrà strano ma mi è capitato di trovare scritto solo in italiano (se non ricordo male sul pinot nero di Carlotto: ottimo produttore). Chiaramente ina eccezione.
Detto questo sono d'accordo con lei perchè, cosa ancora più grave, i soldi suoi e miei (degli "italiani") servono anche per finanziare manifestazioni tipo il Festival del Reasling in Val Venosta dove si tengono eventi solo in tedesco. Qualche anno fa, con l'appoggio convinto di Franco Ziliani, avevo provato a "sensibilizzare" gli organizzatori sull'assurdità della cosa ottenendo promesse ma non risultati.
E' stato un piacere scambiare due parole con lei.
Prosit (Salute).

Paola ha detto...

si resiste, o almeno ci si prova. bello il tuo blog, ci vengo ogni tanto, quando i pupi mi danno tregua. sono contenta che tu non avessi il libro. l'altro giorno ho pranzato con giobbe, mio fratello ed emilio manfredi, il loro ex compagno di classe. oggi invece è venuta a trovarmi da torino, dove abita, la nicoletta chiesa. non la vedevo più o meno da quindici anni. buffo. bello. sono allergica anch'io. riusciremo un giorno a calare nelle marche. a presto.