Dedico il primo post dell'anno ad alcuni vini che abbiamo stappato in questi giorni di festa.
Il mio amico Bianco aveva la scimmia della Val Venosta e così ci siamo bevuti un superbo Riesling 2007 Falkestein. Meno minerale e verticale del Riesling di Peter Plieger, risulta però più largo e polputo e colpisce per una pulizia olfattiva ed una facilità di beva notevolissimi.
Lo Champagne L'Amateur di David Léclapart non è piaciuto granché ai miei commensali di capodanno ed invece a me sì. E molto. Assomiglia più ad un vino fermo che ad una bolla ma è lunghissimo, molto fresco e dritto, complesso al naso, benché dominato da sentori erbacei e terziari. E' certamente un vino che fa discutere. Può ricordare un pezzo prog anni settanta, chessò Genesis o King Crimson.
Solita grande prova del Riesling Reserve di Trimbach. Il 2002 è ancora "un bambino", con una acidità corrosiva e stupenda, con toni di cedro freschissimi ed una nota di kerosene sotterranea appena accennata.
Il Bianco aveva un'altra grande scimmia: Bordeaux. Abbiamo quindi bevuto un grand crus Margaux 2001, Chateau Giscours. Molto buono. Preciso, elegante, austero. Forse non così emozionante come un grande Borgogna, ma davvero un gran vino, in equilibrio fra le spezie e le erbe del Cabernet ed i frutti rossi del Merlot. Soprattutto: senza alcun segno di invadenza del legno. Un classicone.
Da classica a classica, diciamo da Parigi-Roubaix a Milano-Sanremo: il Barolo Vigna Chiniera 2000 di Elio Grasso ha mostrato tannini già docili, profumi molto fini di prugna, di amarena, di rosa appassita. Grande eleganza in bocca, nonostante l'imponente alcool. Forse non così complesso come ci si aspettava, ma certo un Nebbiolo tradizionale di valore assoluto.
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