Recentemente avevo visto la PFM di Mussida e Di Cioccio rifare De André ed loro i cavalli di battaglia. Grande concerto anche quello, certamente più elettrico e rock nell'intenzione. Ieri sera c'era un approccio diverso, forse più jazzistico e cantautorale, ma certamente il livello è stato altissimo ed è risultato molto stimolante vedere come alcuni pezzi italianissimi reggano il confronto con il meglio del rock internazionale anni settanta. Quel tipo di musica italiana era davvero avanti, sia che si parlasse il linguaggio della musica "progressiva", sia che si parlasse secondo la poetica "etnica" e cantautorale del grande Faber. In questo senso la figura di Pagani si configura davvero come uno straordinario collettore di tendenze, esperienze, percorsi musicali diversi e coerenti al contempo. Una sorta di Ry Cooder italiano, con il valore aggiunto di una cultura umanistica tipica dello spirito europeo.
Per la cronaca: il concerto, inserito nella rassegna Controcanto, era gratuito. Complimenti ad Arci e Provincia di Ancona che l'hanno reso possibile.
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