Il lavoro nobilita l'uomo, dicono. Il lavoro rende liberi, era scritto nei campi nazisti. Non so se siano vere queste frasi. Nel dialetto di Cupramontana, ad esempio, lavorare si dice fatica' e a "faticà se fatica". Mentre il grande Pavese scrisse Lavorare stanca. Quindi tutto è relativo. Io so che in momenti in cui è meglio non pensare lavorare ti aiuta. E' una valvola di sfogo, un mezzo potente per impedire al cervello di correre ed alla memoria di elaborare. Nel pieno della stagione turistica c'è molto, anche troppo, da fare.
E poi incomincio a sintonizzarmi sulla prossima vendemmia. E' incredibile come ogni anno questo avvenimento fondamentale nella vita di un vignaiolo mi paia giungere più velocemente. Specie dopo la nascita di mio figlio le stagioni sembrano volare, quasi che il ciclo vegetativo della vite si sia accellerato.
I danni della grandine di luglio appaiono meno importanti, i vigneti hanno un'ottima vegetazione, Luglio ed Agosto sono stati mesi assolati ma senza punte di caldo stressante e con notti sempre molto fresche. Per ora è una annata classica. Settembre sarà decisivo per una valutazione definitiva. Camminando nei vigneti ho notato tutta l'enorme differenza con lo scorso anno. Di questi tempi stavamo già vendemmiando, i vigneti mostravano ovunque ingiallimenti e mancanza di foglie, i grappoli erano quasi appassiti senza essere giunti a maturazione. Tutto questo è stato pagato con fermentazioni strane e anomale e vini particolari ma piuttosto squilibrati.
Ma ora incrociamo le dita per questa vendemmia 2008. Una vendemmia che vivrà nel duplice segno della prossima nascita della mia secondogenita e della scomparsa di mio padre. Mi mancherà, papà, durante quei giorni. Quando metteva con garbo il naso in cantina per chiedermi se andava tutto bene o quanto "alzava" il mosto o se avevo bisogno di qualcosa. Sarà una vendemmia di grande gioia e grande tristezza. Mi sto preparando.
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