Le fermentazioni stanno rallentando. E' possibile cominciare ad avere un'idea più precisa di quali vini posso aspettarmi dalla vendemmia 2007. Innanzitutto la produzione. Mai così scarsa da quando produco vino. Fortunatamente sono riuscito a raccogliere un pò di uva da un nuovo vigneto in affitto che era stato abbandonato dal proprietario. E ho un piccolo conferitore certificato bio dove ho potuto gestire personalmente la vendemmia. Altrimenti erano cazzi.
Ho usato pressioni davvero bassissime per avere un mosto fiore dal colore accettabile. E' l'unica via per chi fa vini naturali, in annate come queste in cui la buccia spesse volte era marrone per le scottaure, per ottenere mosti fiore decenti, non marroni e non amari. Il che ha provocato, oltre alla bassa resa in vigna, una bassa resa in mosto. Il 2008 non potrà che vedere, quindi, un aumento dei prezzi.
A inizio fermentazione c'era da mettersi le mani nei capelli, perché i mosti erano assolutamente neutri, privi di carica aromatica, scarichi. Poi man mano si sono dischiusi i primi profumi. Nulla di trascendentale pensando agli agrumi, all'anice ed alla menta fresca dei mosti 2006. Però sono usciti dei sentori interessanti di arancia candita, di mandarino, di albicocca. Rispetto al balsamico dell'anno scorso predomina una sensazione di frutta matura e secca. Attendo che l'evoluzione porti con sé naturalmente quella vena minerale classica dei miei vigneti, in modo da ottenere vini un pò più dritti e scattanti. Le acidità sono ancora buone, grazie al grande anticipo nella vendemmia. Soprattutto, mi soddisfano i PH, più bassi anche dello scorso anno e del 2005, mi ricordano quelli del 2004. Tutto questo per quanto riguarda i bianchi. Per quanto concerne il rosso credo che, vista la scarsità di produzione, il Nocenzio 2007 non vedrà proprio la luce. Il Montepulciano ha reso la metà dello scorso anno, come del resto il Sangiovese. E' un peccato perché il poco vino prodotto è di una potenza e di una eleganza incredibili.
Sono molto soddisfatto sinora delle operazioni di vinificazione che, per la prima volta, sono avvenute - per tutti e tre i vini - col solo uso di qualche grammo di solforosa, cioé senza lieviti selezionati, prodotti azotati, enzimi, chiarificanti, tannini enologici. E' arrivato a compimento, quindi, quel progetto di vinificazione naturale iniziato nel 2004 e progressivamente sviluppatosi passo dopo passo, eliminazione dopo eliminazione. Con l'obiettivo di restituire nel bicchiere esclusivamente il territorio e la stagione. Certamente resto dell'opinione che preferisco fare vini buoni che siano i più naturali possibili (ciòé non rifiuto a-priori alcuni limitatissimi interventi, se necessario) piuttosto che fare vini naturali e basta. Perché mi è capitato di assaggiarne alcuni al limite della potabilità. La qual cosa, se non altro per una idea di rispetto per il consumatore, mi lascia un pò interdetto.
In ogni caso mi pare una annata di medio livello, ma da valutare attentamente con l'evoluzione nel tempo.
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