lunedì 7 aprile 2008

L'Espresso ed il Brunello

Sono tornato da Verona con un misto di angoscia e di eccitazione. Eccitazione per il fatto che i miei vini continuino ad avere un riscontro importante. Angoscia per le notizie che circolavano, per lo scandalo del brunello, per la prima pagina de L'Espresso (vedi).
Tutto si può dire tranne che si vivesse una atmosfera gioiosa. Eppure quello che mi ha datto fastidio davvero è stato l'atteggiamento medio, tipicamente italiano, per cui tutto questo rumore non fa del "bene" al mondo del vino. Mi sono accorto di non essere d'accordo con i tanti che in qusti giorni hanno scritto e riflettuto, sui blog, nei corridoi della fiera, nei bar e negli stands.
Sono spaesato, dubbioso, frastornato. Perché è tutto vero: un giornalismo forse eccessivo, un tempismo sospetto, metodi in qualche modo pericolosi. Ma al tempo stesso io in questi giorni di fiera mi sono vergognato. Vergognato per il paese in cui vivo, per i commenti che sentivo in continuazione, per l’incapacità di capire la gravità di quello che sta succedendo nel mondo del vino. E allora mi chiedo: lasciamo stare la forma, per un attimo. Lasciamo stare ovvie e basilari distinzioni legali e penali fra un liquido capace di uccidere e una frode in commercio. Ma è mai possibile che non si capisca che si è passato il limite? Che non si capisca che in questi anni di crescita sfrenata si è instaurato un meccanismo mentale per cui tutto è considerato lecito? Che almeno una cosa accumuna le differenti inchieste citate da L’Espresso, e cioé il superamento di una soglia etica per cui non importa la salute del consumatore, non importa il rispetto dei disciplinari, non importa l’origine, non importa più nulla salvo la vendita, i numeri, i bilanci, il successo?Questo è il paese dei furbi. Che si uccidano le persone o le denominazioni di origine poco conta, l’importante è farla franca, è non parlare perché ognuno ha i suoi scheletri nell’armadio, è attaccare i giornalisti, sia quando tacciono sia quando denunciano. Quando tacciono sono omertosi e reticenti e quando denunciano è perché vogliono tirare la volata ai vini francesi o australiani. No, io non ci sto. Omertoso è il mondo del vino. Omertoso è un mondo che certamente è fatto per la maggior parte di persone serie e oneste ma che ha in sé una enorme serie di contraddizioni, una quantità enorme di mele marce, una quantità enorme di interessi poco limpidi e che davvero poco hanno a che fare con il mondo dell’agricoltura. I cattivi maestri, come li ha giustamente definiti Franco Ziliani, hanno seminato tanto e bene in questi anni, forse più di quel che immaginiamo. E la realtà vera è che sappiamo sempre meno che cosa ci sia nel bicchiere e a quali manipolazioni venga sottoposto il vino, in modo legale o illegale. Acidificazioni e arricchimenti come pratiche non eccezionali ma normali, concentratori, prodotti chimici di ogni natura usati ben al di là delle dosi consentite. Non sono mai stato un taliban del vino naturale ma è evidente a tutti che si è passato il segno, e lo dimostra il successo negli anni passati di chi ha intrapreso strade diffenti, che si chiamino viniveri o vininaturali o tripleA o criticalwine o come dir si voglia. Certo, si poteva dare la notizia in modo diverso, si poteva evitare una copertina eccessiva. Ma il problema non è la notizia, è la realtà. E la realtà è che molti, troppi, non hanno più chiara la distinzione fra ciò che è giusto e ciò che è sbagliato perché guardano solo a ciò che gli fa vendere una bottiglia in più. Purtroppo gli interessi in gioco per un radicale cambio di rotta sono troppo grandi e, passata la tempesta, i sofisticatori continueranno a fare i vini per i poveri, i disciplinari verranno adattati per consentire di fare vini più vendibili ai ricchi e le aziende legate all’enologia continueranno ad incrementare i propri utili con la garanzia dei tanti santoni delle cantine e delle loro ricette.
Per quanto mi riguarda sabato mattina mi sono fatto una bella sgambata in alta Valpolicella. Quindici chilometri di corsa in mezzo a stupendi cigliegi in fiore, terrazze fatte da muretti a secco, ulivi e vigneti. Respirando un'aria pulita, fresca, lontana da quella trita e ritrita che si respirava venti chilometri più in basso, nella piana veronese.
E poi mi sono sentito meglio.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

pienamente d'accordo, mi vergogno pure io ma è ora che si alzi il coperchio e chi ha sbagliato... paghi! ma veramente...

RoVino ha detto...

Caro Corrado,
ti leggo sempre con piacere, i tuoi interventi anche sul blog dell'amico Franco sono sempre incisivi e fanno riflettere. Però, consentimi solo di dirti che "il superamento di una soglia etica" riguarda anche chi fa giornalismo.
Sono in troppi a parlare, molti a sproposito e in modo interessanto, pertanto capisco la tua rabbia e la vogila di chiarezza. Ma ti assicuro che sia io su Esalazioni etiliche che Franco su Vino al vino, abbiamo le stesse tue convinzioni. Non a caso abbiamo dato notizia di quanto accade in questi mesi. Diverso è il discorso su una copertina che ha come obiettivo primario alzare il numero di copie vendute sfruttando l'evento più importante nel settore vinicolo. "Velenitaly" e "Benvenuti a Velenitaly" è un'autentica porcata. E il perché è facile da capire, visto che la manifestazione dedicata al vino ilcinese si chiama "Benvenuto Brunello". E' qui che L'espresso è andato fuori le righe, impostando tutto l'articolo, sin dalla copertina, mescolando la notizia dei 70 milioni di litri, descritta fra l'altro in modo confuso e ancora da dimostrare, con l'indagine che la GdF sta effettuando per verificare se non è stato rispettato il disciplinare.
C'è tanta, troppa gente che non merita di beccarsi una simile macchia, produttori che lavorano da sempre con onestà e rispetto per le regole e che spesso non hanno i mezzi per farsi conoscere, non pagano guide né taroccano i vini per compiacere nessuno. E' in mone di queste persone, che hanno tutto il diritto di continuare a vendere serenamente il loro vino, che mi schiero senza esitazioni.
C'è modo e modo di fare informazione.
Detto questo, se ti fa piacere, ti propongo uno scambio link, per me è un modo per ricordarmi di venirti a leggere.
Ciao
Roberto Giuliani

RoVino ha detto...

Fatto, sei inserito.
Sai che non ho ancora avuto modo di conoscere i tuoi vini?
Mi farebbe piacere parlarne su laVINIum, se vuoi scrivimi
staff@lavinium.com
Ciao
Roberto