Quando un mio collega vignaiolo mi aveva parlato della associazione WOOF mi ero subito incuriosito. E' una associazione internazionale che mette in contatto aziende biologiche di tutto il mondo con persone appassionate di agricoltura ed ambiente. I turisti soggiornano nelle aziende, danno una mano attivamente per un certo ammontare di ore concordato, imparano tecniche di coltivazione e di trasformazione e ricevono, in cambio, vitto, alloggio e un supporto logistico per visitare i territori circostanti e conoscere un pò la vita locale. Mi era piaciuta l'idea di coniugare le esigenze delle piccole aziende agricole, sempre in cerca di un aiuto ma impossibilitate per dimensioni ad assumere dipendenti, e quelle di turisti e viaggiatori interessati alla sostenibilità, all'ecologia, all'agricoltura. Mi sono iscritto. E subito sono arrivate molte richieste di ospitalità. Questa vendemmia, quindi, sarà anche nel segno di Krista e Lauri, dalla Finlandia, Jenny e Elliot, dagli Stati Uniti, che mi stanno aiutando cercando di districarsi fra selezioni, vitigni, lieviti indigeni, cicli di pressatura, travasi e rimontaggi. Così, è stato molto bello ieri sera cenare a base di cucina messicana preparata da ragazzi finlandesi e americani nel centro delle Marche: è una idea di globalizzazione che mi piace, quella del confronto culturale, dello scambio di esperienze, del confronto di idee. Di risorse umane in movimento, di cittadinanza universale, di relazioni sociali che fuoriescono dal semplice scambio economico. Una idea che contrasta la globalizzazione delle multinazionali e delle finanziarie. Ma questa è un'altra storia. O forse no.
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