martedì 8 luglio 2008

L'affaire Brunello ed il ruolo dei Consorzi

Torno sullo scandalo del Brunello di Montalcino desangiovesizzato per sottolineare una questione che mi pare importante. Ricordo, per chi non lo sapesse, che il giovane ministro leghista Zaia ha decretato che i Brunelli certificati dall'ICQ di Firenze, con l'avallo del Ministero delle Politiche Agricole, potranno regolarmente essere esportati negli USA, scongiurando quel blocco delle importazioni che sarebbe stata una vera sciagura per Montalcino. In realtà, si tratta comunque di certificazioni basate su analisi "cartacee" e su assunzioni di responsabilità dei produttori. Dunque è da vedere se gli importatori USA si assumeranno comunque il rischio di importare vini che, fuori dalle carte, possano aver subito un trattamento di cantina a base di Merlot e Cabernet. Ma tant'é.
Quello che va notato, però, è che il decreto di fatto esautora completamente il Consorzio di Tutela del Brunello. Consorzio al quale i produttori ilcinesi hanno versato fior di quattrini ad ettolitro proprio per eseguire quei controlli e certificare quei vini che ora vengono certificati invece "direttamente" dal Ministero.
In attesa che la magistratura faccia il suo corso, una sola cosa quindi è chiara nell'affaire Brunello: che il sistema dei controlli pensato e realizzato dai ministri Pecoraro Scanio, Alemanno e De Castro si è dimostrato per quello che era, un sistema corporativo incapace di garantire la difesa di quel patrimonio collettivo che risponde al nome di "denominazione di origine".
La nuova Organizzazione Comune di Mercato entrerà in vigore prossimamente e porterà novità anche nella disciplina dei controlli. Nel frattempo non sarebbe male se si cominciasse a parlare di una eventuale riforma di questi Consorzi, che spendono male i soldi destinati alla promozione e peggio quelli destinati ai controlli. Se mai si riuscirà a costruire una rete di vignaioli indipendenti, che proprio in questi giorni pare prendere forma, una delle battaglie dovrà essere proprio questa: terzietà dei controlli sui vini e democratizzazione dei Consorzi di Tutela sulla base del principio "una testa, un voto".

2 commenti:

Gianpaolo Paglia ha detto...

sui consorzi la penso proprio come te. E' necessaria una loro rifondazione perché quello che hanno creato in questi anni è un mostro giuridico.
La terzietà dei controlli è indispensabile, e se i Consorzi da volontari devono passare obbligatori - come di fatto è oggi con la norma vigente - devono cambiare le regole per la rappresentanza e diventare case di vetro. Oggi è il contrario.

Corrado Dottori ha detto...

Avevo già letto alcune tue prese di posizione su questo argomento e mi erano sembrate molto lucide e puntuali. Me ne rallegro. Un saluto.