venerdì 30 luglio 2010

Pordenone, Europa.

E' stato fatto semplicemente quello che andava fatto: eliminare una coltura illegale. Esattamente come i governi di tutto il mondo provano a fare con la coca in sudamerica, i papaveri in asia e la canapa nel nordafrica. Eppure è dovuta intervenire Greenpeace, che un'istituzione non è, per arare gli ettari di mais transgenico piantati illegalmente in Provincia di Pordenone.
Teniamo gli occhi aperti. In Europa si sta lentamente sfaldando il fronte anti-ogm e c'è bisogno più che mai di attenzione ed opposizione sociale. Con la scusa delle sperimentazioni e delle contaminazioni accidentali potremmo davvero avere presto a che fare con situazioni come questa.

giovedì 22 luglio 2010

Crosby,Stills&Nash

Ci sono band che davvero hanno fatto la Storia della musica. CS&N è sicuramente una di queste, a maggior ragione con l'aggiunta di Young. Il primo "supergruppo" della storia del rock con elementi provenienti dai Byrds (Crosby), Buffalo Springfield (Stills) e Hollies (Nash), per fare una summa degli anni sessanta e dirigersi verso il decennio post Woodstock.
Lunedì scorso mi son fatto lo sbattone per andare a Roma, nello splendido Auditorium Parco della Musica, per ascoltarli. Un concerto davvero strano, contraddittorio. Eppure bisognava esserci. Assolutamente.
Crosby Stills Nash in Italia a luglio: Milano, Roma, LuccaPerché strano? Perché non siamo più abituati ad un certo modo di suonare e di porsi sul palcoscenico. Ho avuto davvero in certi momenti la sensazione netta, davvero paradossale per chi ha sentito dal vivo quasi tutti i mostri sacri del rock, di essere catapultato in un'altra epoca. Mi spiego: non è che Dylan o Springsteen o i Rolling Stones suonino così "moderni". Ma certamente il loro sound, il loro modo di stare sul palco, il timing di certi pezzi, il repertorio, l'immagine complessiva che viene dal palco, hanno avuto un'evoluzione nel tempo. Nel concerto dell'altra sera, invece, è stato come se ci avessero fatto viaggiare con la macchina del tempo per arrivare lì, negli anni sessanta. Con l'unica differenza di uno Stills in pessime condizioni fisiche e di un Crosby totalmente immobile, pareva davvero d'essere nella west coast in quegli anni, nel bene e nel male.
Un batterista che suona costantemente dopo il beat (a differenza di oggi dove suonano tutti ben prima); suoni analogici bellissimi e nitidi ma un un modo di suonare tremendamente sporco; una sezione ritmica appena presente e sempre in appoggio; armonie vocali davvero extra-terrestri e psichedeliche; un approccio sul palco easy e lontanissimo da ogni divismo del rock anni '70 e '80 o dalle pose di qualunque ragazzetto indie di oggi; un volume della chitarra solista davvero spaventoso. 
Tutto quanto lontano anni luce da un live odierno.

Bene. Il fatto è che dopo essersi abituati, e dopo qualche minuto di riscaldamento, ma l'età è quella che è, è arrivata anche la magia. Gemme come Long time gone, Marrakesh Express, Long may you run, Deja vù. E poi, soprattutto, il set acustico con le rivisitazioni di Norwegian Wood (Beatles), Girl from the North country (Dylan) e Ruby Tuesday (Stones in versione da brividi). Giusto, così, a ribadire il tono della serata.
Stills fa davvero fatica e qua e là piazza qualche sbavatura, però il suono delle sue chitarre è magnifico ed è il vero collante del gruppo. Nash è in forma smagliante, a piedi nudi su tappeti freak, è l'unico a parlare ed a muoversi sul palco. Crosby è sostanzialmente immobile, in postura da grande saggio, ma ha una voce pazzesca che il tempo non ha né scalfito né indebolito.
Così quando arrivano Behind blue eyes (Who) e Almost cut my hair (capolavoro totale di Deja vù) capisco definitivamente cosa cazzo sono stati quegli anni per la cultura pop.

lunedì 19 luglio 2010

Pietre colorate

E' da poco uscito il nuovo numero di Pietre Colorate . Si tratta di una nuova pubblicazione che parla di vino. Anzi: di terra, radici e mani. Io ve lo consiglio. Non perché mi sia stato chiesto di scrivere l'editoriale di questo numero. Ma perché è una bella rivista. Bella la carta, belle le foto, bella la grafica. C'è bisogno, con tutta la grettezza e la bruttezza che ci circonda, di tornare alle cose belle. Belle nel senso lato che c'è nella purezza, nell'idealismo, nella diversità. Nella competenza. Ecco, in questa rivista c'è l'approccio all'agricoltura che più mi piace, quello che fa rima con cultura, quello che lascia parlare i sentimenti più che i duecentosettansei descrittori organolettici di un vecchio Borgogna.  

venerdì 16 luglio 2010

Altai

Bello, bello, bello. L'ultimo libro del collettivo Wu Ming (quelli di Q, 54, Manituana).
I grandi bivi della Storia. Le scelte ed i sogni dei perdenti. Il nostro mondo che affiora in trasparenza dentro altri luoghi ed altri tempi. Libri, cultura, scienza e la loro influenza sulle civiltà umane. Ritmo, ritmo e ancora ritmo. Tutto ciò è Altai. Dal nome di una razza di falchi da caccia.

mercoledì 7 luglio 2010

Voglia di vini beverini e rock'n'roll

Finalmente l'estate. Ci voleva proprio. Lino sulla pelle e vini freschi nei bicchieri. Gli ultimi: André Vatan Sancerre Rosé 2008, Domaine Labet Jura Savagnin 2002, Ettore Sammarco Ravello costa d'Amalfi rosso 2004, Jean Foillard Morgon Cote du Py 2007. Ovviamente uso i termini "beverino" e "fresco" in senso molto allargato e positivo: si tratta infatti di vini eccellenti, accomunati da una impressionante facilità di beva e di abbinamento.
Estate: sete di vini freschi, magari di qualche buona birra. E rock'n'roll. Nel senso più antico del termine: festival, sudori mischiati, caldo, batterie feroci, danze e salti. Come ieri sera a Mestre al Parco San Giuliano per l'ultima sera dell'Heineken Jammin' Festival: Gomez, Gossip, Skunk Anansie, Ben Harper e Pearl Jam il menù della serata, assieme a sole feroce ed una spruzzata di pioggia per non farsi mancare nulla. Sui Pearl Jam non dico altro se non quello che sostengo oramai da molti anni: sono il Live Act Rock migliore in circolazione in questo momento. Fantastici anche ieri sera con un set veramente duro e compattissimo. Mi ha però veramente impressionato il concerto di Ben Harper con la nuova band. Meraviglioso. Con Heartbreaker di ledzeppelinana memoria e Red House ad omaggiare Hendrix. Minchia, ci voleva!
E poi...

venerdì 2 luglio 2010

Diamante pazzo

Ieri notte si tornava in auto da Ancona verso casa. A un certo punto dall'autoradio, sintonizzata su Virgin Radio, si diffondono le inconfondibili note della chitarra di David Gilmour.
C'era un locale nell'isola di Ios dove Massi, Paolo ed io iniziavamo la serata. Era gestito da un pazzo inglese capellone e rockettaro che apriva il suo locale verso le 22.30 ed attaccava la programmazione musicale tutte le sante sere con Shine on you crazy diamond ad un volume sconsiderato. E noi tutte le sere ce ne stavamo al bancone a spararci qualche ciupito di tequila, così tanto per iniziare la serata. Era il 1995, cazzo.
Allora ieri notte ho alzato l'autoradio a palla, ho pigiato sull'acceleratore e mi son goduto l'aria finalmente estiva che entrava dal finestrino.