mercoledì 27 luglio 2011

Scusate ma io scendo qui

L'avevo già detto in tempi non sospetti che mi sarei preso un anno sabbatico da fiere ed esibizioni varie. Con l'ultima "bomba" dei vini naturali al Vinitaly (si può approfondire qui e qui), quello che era un intendimento diviene una certezza.
L'implosione dell'avaguardia naturale denunciata con grande anticipo da Porthos (salvo poi contribuire ad uno dei colpi finali) arriva al suo apice, con una mail anonima, un'idea un pò strampalata (fermare lo spazio in attesa di vedere le reazioni/adesioni), una totale assenza di partecipazione e di progetto, gli imbarazzati silenzi e i commenti fuori luogo degli altri protagonisti della vicenda (Vini veri e VinNatur), le richieste di partecipazione che iniziano già ad arrivare, a otto o nove mesi dagli eventi in questione. Una follia.
Quindi niente Fornovo, niente Leoncavallo, niente mercato FIVI, niente Roma, niente Agazzano, niente Cerea, niente Vinitaly. Serve una pausa. Una riflessione sui semi che sono stati lanciati e su come siano germogliati. Su chi siamo e su quello che vorremmo essere. Certamente questa riflessione è stata fatta, e bene, dentro contenitori come La Terra trema e GustoNudo (non a caso derivazioni del vecchio Critical Wine) e sarebbe logico continuare a partecipare perlomeno a queste esperienze. In realtà, però, c'è anche da parte mia una certa stanchezza dopo almeno otto anni di giri per fiere e mercati. Sento veramente l'esigenza di una pausa, anche per capire fino in fondo il senso dei molti discorsi affrontati negli ultimi anni e capire la strada da percorrere nel prossimo futuro.
Insomma, scusate ma io scendo qui.

mercoledì 20 luglio 2011

Genova, dieci anni fa

Eravamo giovani e avevamo ragione. Ed è piuttosto inglorioso per i tanti che hanno pontificato, di destra e di sinistra, riconoscere oggi questa semplice verità. 
"Ho deciso di scrivere No logo quando mi sono resa conto che... tendenze apparentemente distinte erano unite da un'idea: che le aziende debbano sfornare marchi, non prodotti. Era l'epoca in cui gli amministratori delegati avevano improvvise intuizioni: la Nike non è un'azienda che produce scarpe da ginnastica, ma l'idea della trascendenza attraverso lo sport. Starbucks non è una catena di caffetterie, è l'idea di comunità. ma qui sul pianeta Terra, queste intuizioni hanno avuto conseguenze concrete. Molte aziende che prima producevano nelle loro fabbriche e avevano tanti dipendenti a tempo indeterminato sono passate al modello Nike: hanno chiuso le fabbriche, affidato la produzione a una rete di appaltatori e subappaltatori e hanno investito nel design e nel marketing necessari a diffondere il più possibile la loro grande idea..." (Naomi Klein, The Guardian).
Nel frattempo anche le DOC sono in mano ai geni del branding. E di qui a poco non si produrranno più vini ma "etichette". 

domenica 10 luglio 2011

Ho visto il passato ed il futuro del rock e sono felice

Quando si disperdono le ultime note di Remedy non sai se è più la gioia per un'ora e trenta di musica stellare, proveniente da un altro pianeta, quello del grande rock and roll, oppure la tristezza per un tour che segna la fine, almeno per ora, dell'avventura dei Black Crowes.
Qualcuno lo ha già definito "uno dei concerti dell'anno", altri hanno scritto robe d'altri tempi; e per me hanno ragione. Bel festival, il 10 giorni suonati di Vigevano: grande location, acustica e volumi da vero concerto rock, birre artigianali, vini e carni bio, una bella atmosfera. Fatto sta che i corvi si confermano per quello che sono, e cioé una straordinaria macchina del tempo capace di farti salire su un ottovolante che viaggia a cento all'ora fra Allman Brothers, Lynyrd Skynyrd, Grateful dead, Rolling Stones, Otis Redding e Led Zeppelin. Derivativi? Indubbiamente. Poco originali? Sicuro. Echissenefrega. E' come il classico Barolo, non vuoi aspettarti altro ed invecchia alla grande! La realtà è che suonano in modo pazzesco e ti conducono là dove pochi riescono.


Più contrasto non poteva proprio esserci con gli Arcade Fire del Summer festival di Lucca: dagli anni settanta, dalle improvvisazioni di venti minuti con assoli dilatati, dal sud della Georgia piena di soul e funky, al nord del Canada, agli anni ottanta, ad un muro di suono senza assoli o divagazioni.
La band che sta ridefinendo il suono e la scrittura del rock di questi anni ha proposto un gran concerto, pieno di idee e creatività, un circo musicale dove tutti suonano tutto e dove le canzoni arrivano potenti e dirette, senza intermediazioni. Punk ante litteram, a cominciare dalla mise militaresca di Win Butler che pare Joe Strummer. Peccato non abbiano fatto Suburban War, che è il pezzo migliore dell'ultimo disco, ma quel che è certo è che tra vent'anni vedremo canzoni come Wake Up o Ready to start come il meglio della musica di questi anni.
Insomma, in due giorni ho visto il passato ed il futuro del rock e sono felice.

lunedì 4 luglio 2011

Metti una sera a cena

In un ristorante con uno chef sulla bocca di tutti. Con una ristorazione di alto livello. In compagnia di una prestigiosa firma del panorama enogastronomico.
Adocchiamo la lista vini e cosa ordiniamo? Lo sfuso della casa. Ecco la rivoluzione prossima ventura, per me. Convincere i consumatori, privati o ristoranti che siano, che c'è ancora la possibilità di fare vini buoni a prezzi accessibilissimi per un consumo quotidiano. Avete presente frizzantini in fusto, tavernelli e bottiglioni da poco? Ecco, per forza, poi, cala il consumo del vino in Italia...
Il vino in questione, tra l'altro, era straordinario: il Trebbiano d'Abruzzo di Valentini 2009, imbottigliato dal ristoratore medesimo. Croccante, gustoso, rinfrescante. (Per quanto anche il cerasuolo...)