martedì 23 febbraio 2010

Dave Matthews Band

Veloce apparizione a Milano per assistere con Massi al concerto della Dave Matthews Band al Palasharp di Milano. Ascoltavo la band soprattutto negli anni novanta sulla scia del successo delle jam band dell'epoca, a cominciare dai Phish. Poi li ho un pò persi per strada, ma sempre con la curiosità di vederli dal vivo. L'anno scorso a Lucca pare fecero un concerto memorabile.
Ieri è stata una bella serata. Un ottimo concerto, in grado di ben rappresentare il lavoro della band in più di quindici anni di carriera. Preceduti dagli Alberta Cross, ottima band al primo disco (mix di southern rock americano e rockblues inglese), i DMB sono partiti piano per poi crescere e riscaldarsi progressivamente durante il concerto. Fino ad un livello decisamente bollente. Merito innanzitutto della ritmica, fondata su un batterista di caratura davvero eccezionale e su di un basso sempre presente, netto, aggressivo. Ma è l'intera band a garantire un sound unico ed irripetibile, a cominciare dalla splendida voce del leader, col violino elettrico a segnare i riff più importanti, la sezione fiati a creare arrangiamenti puntuali ed assoli straordinari, la chitarra elettrica a tessere la tela egregiamente.
Il risultato è un genere indefinibile che si muove fra il jazz, il funky (citazione di Prince), il rock più sperimentale (cover dei Talkin' Heads), il crossover. Musicisti affiatatissimi che suonano in modo tirato ed ispirato, restando sempre in bilico fra scrittura ed improvvisazione, fra canzone popolare e musica alta. Assolutamente da vedere/sentire.

giovedì 18 febbraio 2010

Con le mani pulite

Diciotto anni fa partiva l'inchiesta "mani pulite". Avevo vent'anni e già avevo fatto un pò di politica al liceo, seppure come sempre da bastian contrario ed indipendente. Quel periodo, il primo di mani pulite, fu centrale per la mia formazione e per quella di una generazione che non poteva avere più gli stessi riferimenti di quella immediatamente precedente, non fosse altro perché era caduto il muro di Berlino. I Borrelli, i Davigo, i Di Pietro a Milano, così come i Falcone ed i Borsellino a Palermo, divennero allora delle importanti figure cui aggrapparsi in un periodo di crisi dei partiti, dell'intero sistema della Prima Repubblica e di un'economia in forte recessione per la prima volta dopo i gloriosi anni ottanta.
Ricordo alcune giornate passate fuori dal palazzo di giustizia a manifestare. Compagni di viaggio tra i più diversi: missini, leghisti della prima ora, vetero comunisti, tutti insieme a certificare il crollo di un sistema diffuso e sopportato fin tanto che l'economia poteva reggere la "tassa implicita" che era prevista secondo gli usi del tempo.
Poi, crollato in modo nemmeno molto elegante il Palazzo, vennero le stragi di mafia, venne l'epoca del tutti contro tutti e del fuggi fuggi generale, l'inchiesta "mani pulite" subì una ovvia involuzione, ci fu l'avvento di Berlusconi, alla famigerata "soluzione politica" si mise, volontariamente, una bella pietra sopra. E tutto ricominciò lentamente come prima. Diversi gli attori. Medesima l'attitudine degli imprenditori e della politica a colludere a danno dei cittadini.
Dopo quasi vent'anni, e nel pieno di una nuova recessione, evidentemente il peso della "tassa" chiamata tangente si fa nuovamente sentire se è vero, come è vero, che ricominciano le denunce da parte degli imprenditori. A Milano così come altrove amministratori pubblici vengono beccati in flagranza di reato come se nulla fosse cambiato rispetto a vent'anni fa.
L'inchiesta di Firenze, quella sul sistema della Protezione civile, mostra il lato più orrendo e decadente di questo nostro paese senza futuro. Fatto di donne oggetto prestate agli uomini in cambio di favori, di appalti pilotati, di cricche politico-affaristiche in grado di fare il bello ed il cattivo tempo su ogni "grande evento", di una informazione sempre più al servizio del potere. Il quotidiano voltastomaco di un cittadino normale che lavora con le mani pulite, sporcate nel mio caso dalla terra e dai tannini del vino, si trasforma in cinismo, in nichilismo di fronte alla impossibilità di qualsiasi riforma, di qualunque cambiamento. Il quadro che emerge è quello della solita italietta dei furbi. L'Italia del favore, della clientela, della raccomandazione. Dove ciò che soccombe sono il mercato, il merito e la fiducia dei cittadini onesti in un futuro migliore. Nel frattempo gli stipendi arrancano, i disoccupati aumentano, il debito pubblico sale e dal vocabolario della sinistra è sparita una parola che per tanto tempo ha dato un senso all'agire politico: rivoluzione.

lunedì 15 febbraio 2010

Istinti

Ancora neve e freddo. Ieri ho corso due ore e dieci minuti, in preparazione della maratona di Milano. Sono arrivato fino alla gola della Rossa e poi oltre. Guardavo le pareti di calcare, a picco sull'Esino, e ripensavo a tutte le giornate passate a scalare pareti, alle sveglie all'alba, ai viaggi in cerca di pietra ed emozioni, alle attese su scomode soste, alle infinite ripetizioni di passaggi duri.
Correvo e pensavo che la vita è proprio strana. Che da quando abito a dieci minuti scarsi da ottime falesie ho smesso di arrampicare... In realtà ho smesso parecchie altre cose, ma ho come l'impressione che l'appuntamento con l'arrampicata, così come lo è stato per la corsa, sia solo rimandato. Correre e arrampicare: istinti primitivi cui è difficile resistere, basta guardare un bambino per rendersene conto. Istinti che divengono forme, movimenti, posture. Attimi in cui si è davvero soli con se stessi, in cui è possibile estraniarsi da tutto, in cui la solitudine è anche libertà, di azione e pensiero.

sabato 6 febbraio 2010

Lavori ed invecchiamenti

Duro lavoro negli ultimi giorni. Fra scavare buche per rimpiazzare viti nelle vigne vecchie, squadrare per bene, manco fossimo geometri esperti, mezzo ettaro di vigna nuova e piantare pali da mattina a sera, Giovanni ed io abbiamo riempito le prime giornate davvero belle ed asciutte dall'inizio dell'anno. Sono i giorni in cui lavorare in campagna è una vera soddisfazione e non si finirebbe mai di camminare i vigneti.
Martedì 9 febbraio, invece, sarò ancora in giro. Si torna al Ristorante La Tana degli orsi di Pratovecchio (AR) dei bravi Caterina e Simone, in pieno casentino, per una mangiata/degustazione tutta dedicata ai vini La Distesa. Si comincerà col Terre Silvate 2008 per poi fare un salto all'indietro nel tempo. Sarò anch'io curioso di vedere come saranno invecchiati, se meglio o peggio del sottoscritto, Gli Eremi 2002, Gli Eremi 2000 e uno dei primi Verdicchio targati La Distesa, ovvero il San Michele 1998. La serata è solo su prenotazione, questi i riferimenti:  
Ristorante Cantineria “La Tana degli Orsi”
Via Roma 1, Pratovecchio AR.
Tel. e Fax 0575 583377
Cell. 329.8981473 - 329.5829483
E.mail tana.orsi@aruba.it