Ricordo con piacere alcuni vini bevuti ultimamente, in allegra compagnia. Ve li presento così come me li ricordo, perché non è che mi metta spesso seduto di fronte a un vino con Moleskine e penna. Il più delle volte, di fronte, ho una tavola apparecchiata e in testa ben poche pippe mentali.
Fra i molti bianchi bevuti quest'estate ricordo il Riesling Trocken Quarzit 2005 di Peter Jakob Kuhn, regalatomi da un gentile visitatore tedesco amante dei vini naturali. E' un riesling stupendo per la sua acidità diretta e senza compromessi, per quella pietra che ti si deposita sulla lingua quando deglutisci, per quella sensazione di pulizia e freschezza che ti lascia come dissetato, dopo che hai attraversato il deserto. Io amo questi bianchi che profumano di gioia e non ti annoiano mai. Mentre ascolti Hallelujah di Jeff Buckley.
E poi il Franciacorta Rosé di Barone Pizzini è stata una piacevole sorpresa, fin dal colore, fin dal perlage. Un vino non troppo complicato ma fine, una bella canzone pop, dalla melodia intrigante. Tipo James Taylor.
Altrettanto fresco e fine il Tavel Beaurevoir rosé di Chapoutier, da questa denominazione del sud del Francia unicamente deputata al vino rosato. Qui, però, ricordo anche una notevole struttura ed una cremosità da vitigno rosso importante. Lievi sfumature di fiori appassiti e di umido sottobosco. Da abbinare a un pezzo dei Coldplay, tipo The scientist.
Stupendo il Morgon 2006 di Marcel Lapierre, scambiato alla fiera dei vini naturali di Asti e che spero di ritrovare a Fornovo. Valeria se n'è bevuto mezza bottiglia, il che non succede spesso. E depone a favore di questo capolavoro di naturalezza proveniente dal Beaujoulais, dai fragranti sentori di rosa, lavanda, prati bagnati. Che ti fanno pensare all'inizio dell'estate, già lontana, e a un disco qualunque di Stefano Bollani.
Due giorni fa, invece, ho stappato il Pinot nero del mio amico Kurt Rottensteiner nella versione 2002. Assolutamente perfetto. Pulito, minerale, quasi salato e al tempo stesso godibilissimo per i profumi netti di fragola di bosco e ribes e mora. Sebbene, ben nascosta, si sentisse anche una nota complessa, quasi affumicata, che ritrovo spesso nei Pinot nero di Kurt e me li fanno amare. Un che di psichedelico. Diciamo Lucy in the sky with diamonds dei Beatles così festeggio anch'io il quarantesimo di Sgt. Peppers.
Concludo con la migliore grigliate dell'estate. Con Alessandro Fenino, di cui ho proditoriamente sfruttato l'immagine nel post sui vini naturali, ci siamo grigliati due belle bisteccone di pura razza marchigiana in una bella, scintillante, serata di giugno. Abbiamo bevuto il Chianti Riserva 2004 di Pietro Majnoni Giucciardini. A parte che l'abbinamento non poteva azzecarlo migliore nemmeno il migliore dei sommeliers professionisti, ma quel vino lì ci ha proprio fatto godere. Sapeva semplicemente di Toscana, di Sangiovese, di classicità, di autenticità. Che cosa aggiungere? Gimme shelter nella versione fatta da Patti Smith al San Severino Blues Festival: inutile dire che Alessandro ed io c'eravamo ed abbiamo goduto.