martedì 26 ottobre 2010

Autunni

C'è questa voce che mi sta letteralmente stregando... Cat Power col suo disco, Juke Box (grazie Giuli!)... Toni alla Joni Mitchell, lampi alla Janis, una produzione tipo Daniel Lanois per Bob Dylan. Disco perfetto per questo autunno che già si presenta con piogge e nebbie e vigne giallo canarino. Tra l'altro lei è bellissima ed è del 1972. Che annata!
E poi c'è l'autunno di una nazione. Questo nostro paese che naviga nel declino senza nemmeno rendersene conto, pensando d'essere ancora un "paese avanzato". Che l'unica è galleggiare cercando una qualche corrente che ci dia un senso.
Ci sono libri come American Tabloid di James Ellroy, che in realtà ho letto quest'estate, ma che è così pieno di decadenza ed immoralità da essere giocoforza autunnale. Un capolavoro. Un romanzo che ha dentro tutto, mafia, terrorismo, guerra fredda, puttane d'alto bordo, grandi politici, piccole comparse, strade secondarie e tonnellate d'alcolici. Così cinico, così esaltante.
E infine non è autunno senza Fornovo. Vini di Vignaioli/Vins de vignerons, forse la mia fiera preferita. Pioverà, farà freddo (è sempre così) ma ci si scalderà, come sempre, tra persone e vini autentici. Qui informazioni sulla fiera. 

mercoledì 20 ottobre 2010

Minchia, l'Abruzzo

Un paio di giorni in libertà. Dalle Marche scendiamo a sud. Controguerra, Torano Nuovo e Teramo. Poi Assergi, Campo Imperatore e Santo Stefano Sessanio, bellissimo paese medievale colpito dal terremoto. E ancora: L'Aquila, scioccante e deprimente; le case di Berlusconi; la scoperta di un posto incredibile, fuori dal mondo, come la Rocca di Calascio.
Quanto è bello l'Abruzzo? Come mai non c'eravamo mai stati? Si mangia bene, si beve bene, si spende poco, cosa volere di più?
A Teramo il Ristorante Cantinone, a Fonte Cerreto l'albergo ristorante Nido d'Aquila, a Calascio il Rifugio della Rocca, sono posti consigliatissimi (con carni buone e non solo).
L'Igt Indigena di Cioti 2009 (Trebbiano+altri vitigni autoctoni) è fresco, leggero ma piacevolissimo e molto pulito. Il Montepulciano d'Abruzzo Marina Cvetic 2006 di Masciarelli è di stile bordolese, fine, potente, con tannini dolci ed un naso elegante di cacao, rabarbaro e frutti rossi. Il Montepulciano "base" di Cataldi Madonna 2008 ha una beva facile ed è asciutto e pieno. L'azienda, sita nella piana di Ofena, fa vini di stile molto moderno, ma decisamente buoni e a prezzi corretti.
Insomma, verrebbe voglia di tornarci immediatamente, all'ombra del Gran Sasso.

giovedì 14 ottobre 2010

Tempo di guide

Piove, fa freddino e c'è un nebbione impenetrabile... Tempo di guide eno-gastronomiche, insomma. Pronte per il mercato natalizio. Finite le anticipazioni e gli scoop, abbiamo i nomi e i cognomi. I dibattiti si accavallano su forum e blog, come ogni anno.
E' il bello (ed il brutto) delle guide, baby.
Essendo pure un consumatore di vino cerco di tenermi aggiornato. Mi stupisco di contraddizioni evidenti, di mancanze o presenze, di roboanti risultati regionali. Come tutti.
In verità un pò mi rende perplesso tutta l'attenzione rivolta da Intravino (sottotitolo: un altro vino è possibile) a questo gran bailamme generale. Le liste dei premiati attirano sempre, eppure reputo eccessivo tutto il gossip e l'attenzione, da parte di chi insegue (e spesso fa) una informazione alternativa, verso selezioni che sono, in ogni caso, anche il frutto di scelte editoriali e strategiche.
Voglio esser chiaro: mando i miei campioni da più di dieci anni alle principali guide del vino italiane con risultati spesso molto buoni; stimo molti dei giornalisti che lavorano duro per la costruzione di queste "enciclopedie" del vino italiano; credo che nella stragrande maggioranza dei casi facciano un lavoro molto professionale di censimento della migliore realtà produttiva italiana. Al tempo stesso percepisco, però, (per quel poco che capisco di vino) una tendenza delle varie guide a ragionare sempre più in termini di posizionamento sul mercato, tipo "quale è il mio lettore?"o "quale è il mio spazio di manovra?" oppure "chi voglio accontentare?" 
E dunque: ci sono aziende nuove da cavalcare, ci sono stili da imporre, ci sono mode enologiche da seguire con più attenzione, ci sono i grandi classici da non far arrabbiare: chi più, chi meno, ogni guida, vecchia o nuova che sia, cerca di accontentare un mercato di riferimento. Non esiste altro modo per spiegare incoerenze e/o differenze profonde tra le guide e fra diversi metri di giudizio nella stessa guida. Tutto ciò non è un male a prescindere: diviene un male quando ci dobbiamo sorbire la retorica - trita e ritrita - della "degustazione cieca" o della "attenzione al territorio". 
Non sono di quei produttori che vuol criticare i critici. Penso, a scanso di equivoci, che o scegli di non mandare i campioni in degustazione (scelta legittima, se fatta alla Cappellano) oppure, se li mandi, devi accettare il responso. Ciascuno fa il suo mestiere. Ed è giusto così.
Penso anche da tempo, però, che il mondo del vino dia ancora troppo peso a qualcosa che sul mercato tanto peso non ha, o non ha più. Il futuro dell'informazione eno-gastronomica dovrà e potrà essere sempre più in opere come Mondovino, in riviste davvero innovative come Pietre Colorate, in libri come Terrà e Libertà/Critical Wine o Il vino degli altri, in siti internet dall'approccio e dal linguaggio originali (come è certamente Intravino).  Ecco, soprattutto, la Rete: il luogo dove davvero può esistere un continuo confronto critico in divenire su questo o quel vino, su questo o quel produttore. 
Detto tutto ciò, e alienatemi probabilmente pure le simpatie di chi ha appena premiato il Nur 2008 come Vino dell'Eccellenza, non posso fare a meno di gioire per i tanti colleghi/amici che stimo e che hanno vinto premi importanti, da Alessandro Fenino di Pievalta ad Arianna Occhipinti, da Giovanni Scarfone di Bonavita agli Aurora. Continuando con Daniela e Antonio de Gruttola, Stella di Campalto, Stefano Amerighi, Mario Zanusso, Angiolino Maule, Carlo Venturini (mi perdoni chi non ho citato, ma vado a memoria): tutti "compagni di banco" nelle varie e sempre più numerose fiere bio/naturali. Segno che la nostra piccola/grande rivoluzione sta avendo lentamente successo.

PS Vedete, ci sono cascato anch'io: ho appena parlato di premi e guide eno-gastronomiche...

martedì 5 ottobre 2010

La squadra 2010



Daniele, Pietro, Giovanni, Io, Brooke e Bruce. Siamo in dirittura d'arrivo.