Stamattina -4° ed una gran gelata che ha irrigidito la poca neve scesa l'altro ieri. Freddo secco, come piace a me, tagliente. Tutto fermo in vigna. Poco male, siamo già a metà delle potature. Ne approfitto per qualche consegna, per sistemare la solita mole di burocrazia, per qualche manutenzione in cantina.
Prima che arrivassero i bimbi Valeria ed io passavamo queste giornate invernali chiusi in casa, ben coperti, che all'inizio i soldi non c'erano ed il riscaldamento era spesso spento, a leggere libri, bere camomilla bollente e dormire più del solito. Ora ci resta quel poco tempo fra la nanna dei bimbi e la nostra, unico momento di tranquillità in una casa altrimenti sospesa nel caos. E' allora che ne approfitto per leggere, più voracemente del solito. Gli articoli più interessanti di Internazionale, oppure gli amati libri.
La montagna ed io di Alexander Huber è un fantastico libro sull'arrampicata, sull'amore perverso e folle per uno sport che ho praticato e che vorrei ritrovare prima o poi lungo il mio cammino. Scritto dal più forte arrampicatore di questi tempi, ti inchioda, ti porta in luoghi strani e mitici, ti fa tremare e rabbrividire, ti fa anche un pò sognare.
Comunisti immaginari di Francesco Cundari è un irriverente e sarcastico racconto, molto ben documentato, della storia dei comunisti italiani, da Gramsci fino al PD. Lungo un percorso segnato da frasi e parole chiave, si ripercorre la storia dei compagni che venivano da lontano e volevano andare lontano. Solo che si sono persi e non sanno bene il perché.
Il mercante di utopie di Anna Sartorio è la biografia di Oscar Farinetti, l'ex proprietario dell'impero Uni-Euro, poi inventore di Eataly ed ora proprietario di diverse prestigiose aziende vinicole. Una storia bella, un libro molto ben scritto, lo spaccato di un'Italia che non c'è più. Un unico appunto: non riesco a scorgere l'utopia nella vicenda di un imprenditore di successo, anche se di sinistra. Ma questo credo sia un mio problema.
In viaggio contromano di Michael Zadoorian è un bel romanzo, triste, ma tremendamente originale e intenso. Un bel giorno due anziani coniugi, malati entrambi, decidono di lasciare la loro casa middle class fuori Detroit e lasciarsi tutto alle spalle: medici, figli troppo preoccupati, agi borghesi. Salgono sul loro vecchio camper e si immettono sulla route 66 per un viaggio lungo le strade d'america e fra i ricordi di una vita intera.
Vino e territorio. Musica e cultura. Pensieri, sogni e visioni di un Homo Sapiens di campagna
giovedì 28 gennaio 2010
lunedì 25 gennaio 2010
Vini naturali a Roma
Il prossimo week-end sarò presente alla bella manifestazione di Roma "Vini naturali". Sarà un'occasione per incontrarsi e condividere qualche buon bicchiere.
lunedì 18 gennaio 2010
Illuminazioni
Ho deciso che sarei diventato un vignaiolo che era novembre. Stavo in cima ad un ulivo in mezzo ad una luce scintillante, come solo d’autunno.
E’ stato un attimo. Mentre raccoglievo le olive da un ultracentenario albero di oliva, della varietà chiamata carbonella, d’improvviso, mi trovai a riflettere seriamente sulla possibilità di cambiare radicalmente la mia vita.
Non più giacca e cravatta, non più quotidiani signorsì a grigi dirigenti di banca, non più transazioni finanziarie dalla dubbia moralità, non più relazioni fredde, vuote, anonime, non più una Milano decadente e decaduta di cui avevo ormai assorbito con veemenza e disperazione ogni ultimo sussulto vitale.
No, quello di cui avevo bisogno era una distesa di colline, ampi spazi da respirare, un cane bianco, pura libertà di immaginare, progettare, costruire, semi da lanciare nel vento, alberi da piantare, da veder crescere, curare. Quello di cui avevo bisogno erano segni tangibili, riconoscibili, concreti del mio rapido passare in questa vita, su questo mondo, per questa terra.
E’ stato un attimo. Mentre raccoglievo le olive da un ultracentenario albero di oliva, della varietà chiamata carbonella, d’improvviso, mi trovai a riflettere seriamente sulla possibilità di cambiare radicalmente la mia vita.
Non più giacca e cravatta, non più quotidiani signorsì a grigi dirigenti di banca, non più transazioni finanziarie dalla dubbia moralità, non più relazioni fredde, vuote, anonime, non più una Milano decadente e decaduta di cui avevo ormai assorbito con veemenza e disperazione ogni ultimo sussulto vitale.
No, quello di cui avevo bisogno era una distesa di colline, ampi spazi da respirare, un cane bianco, pura libertà di immaginare, progettare, costruire, semi da lanciare nel vento, alberi da piantare, da veder crescere, curare. Quello di cui avevo bisogno erano segni tangibili, riconoscibili, concreti del mio rapido passare in questa vita, su questo mondo, per questa terra.
martedì 12 gennaio 2010
Rock, cucina e vino
Così l'altro giorno arrivano due ragazzi in cantina. Mi avevano avvertito che sarebbero venuti ad acquistare del vino per un ristorante di prossima apertura a Cingoli. Bene.
Andrea, lo chef, si presenta con in mano un libro. E comincia a spiegarmi. Che ha lavorato di qui e di là, che apre un agriturismo, che si chiamerà Il Maiale Volante, che sarà costruito in bio-edilizia e con balle di paglia, che si cucineranno solo prodotti stagionali prodotti dalla azienda agricola, che si mangeranno solo cibi bio, che farà una lista di soli vini naturali. Fico. C'è passione, mi dico. Assaggiamo i vini, gli piacciono. Li compra. Dopodiché guardiamo insieme il libro. E capisco che a volte davvero le affinità elettive esistono. Rockitchen è un ricettario originale: 30 menù accompagnano 30 dischi della storia del rock. Lo ha scritto Andrea Tantucci, chef, insieme a Paola De Angelis, giornalista musicale. Consulenza enologica di Marco Casolanetti, il vignaiolo del mitico Kurni.
Beh, ad After the Gold Rush di Neil Young viene abbinato un Roast beef con insalata d'inverno stufata e frutta secca. E a questo piatto, manco a dirlo, un Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Superiore "Terre Silvate" 2008. Buon appetito e buon ascolto.
Andrea, lo chef, si presenta con in mano un libro. E comincia a spiegarmi. Che ha lavorato di qui e di là, che apre un agriturismo, che si chiamerà Il Maiale Volante, che sarà costruito in bio-edilizia e con balle di paglia, che si cucineranno solo prodotti stagionali prodotti dalla azienda agricola, che si mangeranno solo cibi bio, che farà una lista di soli vini naturali. Fico. C'è passione, mi dico. Assaggiamo i vini, gli piacciono. Li compra. Dopodiché guardiamo insieme il libro. E capisco che a volte davvero le affinità elettive esistono. Rockitchen è un ricettario originale: 30 menù accompagnano 30 dischi della storia del rock. Lo ha scritto Andrea Tantucci, chef, insieme a Paola De Angelis, giornalista musicale. Consulenza enologica di Marco Casolanetti, il vignaiolo del mitico Kurni.
Beh, ad After the Gold Rush di Neil Young viene abbinato un Roast beef con insalata d'inverno stufata e frutta secca. E a questo piatto, manco a dirlo, un Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Superiore "Terre Silvate" 2008. Buon appetito e buon ascolto.
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lunedì 4 gennaio 2010
Sancerre e Pouilly Fumé - Parte terza
Eravamo rimasti al Silex di Dagueneau. Si riparte girovagando per vigneti. Il colpo d'occhio è molto bello, specie coi colori d'autunno. Anche qui, come in gran parte della Francia, le zone vinicole con denominazioni importanti sono sfruttate in modo intensivo e totalizzante. E' certamente questo il limite principale del modello viticolo francese.
Modello intensivo fatto anche di chimica invasiva e vigneti meccanizzati. Sarà per questo che proprio in Francia il movimento "naturale", per antitesi, per ribellione, è più avanti che altrove?
Eccoci dunque visitare una azienda biodinamica di Sancerre, Domaine Vacheron. Il Sancerre 2008 è pulitissimo, netto. Ha un'impostazione che rende questo Sauvignon più vicino all'idea che abbiamo in Italia: molta aromaticità, con agrumi, asparago, anice al naso, ed una acidità sempre tagliente ma decisamente di più facile approccio. Molto piacevole. Diverso il Sancerre Les Romains 2007 dove ritroviamo l'impostazione più classica della denominazione con tanta mineralità, salinità diffusa, sentori di buccia di mela. Chiude, però, irrisolto con un finale di pesca sciroppata. Convincenti i rossi di questa azienda: il Sancerre rouge 2007 si presenta subito molto più interessante degli altri Pinot nero assaggiati in zona, con sentori nitidi di noce moscata, crostata di ciliegie, tabacco da pipa, frutti rossi, pepe; all'assaggio è verticale, nervoso, giovanile. Il fratello maggiore, Sancerre rouge Belle dame 2006, un vino più borgognone, fatte tutte le distinzioni del caso. Prugna, marmellata di amarena, noce moscata, frutti rossi, tracce di evoluzione ed un tannino più levigato ne segnano la beva. Un'azienda che, impressione mia del tutto intuitiva, pare a metà del guado fra la scelta biodinamica in vigna e vinificazioni molto "tecniche" in cantina.
Altra azienda gestita secondo criteri biodinamici è La Moussiere di Alphonse Mellot, altro "colosso" della vitivinicultura locale. Chiusa la cantina, ci accontentiamo di una colossale degustazione mattutina nel vicino negozio. Il Sancerre 2008 è un pò bananoso. Esile, molto dritto. Il Sancerre Les Romains 2007 esplode al naso con sentori finissimi di pera e lampi lievemente sciroppati, è elegantissimo, asciutto, salmastro con una chiusura marina ed un malico che fa salivare e "sanguinare". Il 2008 è un bimbo, verdastro al naso con sentori di crauti, sedano e, ancora!, pesca sciroppata; sale, sale, sale in bocca e chiusura tostata. I vini di questa azienda ci lasciano stupefatti, i profumi sono nitidi, scintillanti, stranissimi, al palato sono vibranti, di una freschezza surgiva, estrema, petrosa. La demoiselle 2008 sa di lavanda, di sapone, di fiori essiccati; è molto giovane, acidissimo, scarno. Generation 2008, che già conoscevo, è molto complesso, sa di erbe medicinali, di cavolo, di mare (acciuga, salamoia), mentre in bocca ha una acidità mostruosa, urticante, ma esce lunghissimo con un finale tostato elegantissimo. Sono vini paradigma di questa zona, all'ennesima potenza, in qualche modo estremi ed estremisti, anche nelle tecniche di cantina, immagino. Il manico si sente. Nel Satellite 2008 torna la pera, accanto alla lavanda, a fiori quasi balsamici, alla viola, a petali di rosa: finissimo, elegante, una gran dama da sera. Ci guardiamo e non crediamo ai nostri nasi, forse ci siamo drogati. Edmond 2007 è mielato, più evoluto, tostato. Molto complesso, andrebbe lasciato respirare nel bicchiere ma già siamo al Pouilly Fumé 2008 che si presenta con sentori di lampone (lampone!) o fragolina di bosco, poi affumicato, classico, petroso, verticalissimo in bocca che pare una falesia di calcare. Necessitiamo di un dentista per le nostre gengive ed i nostri denti... Ed ancora non è finita.
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