Non so se ci sarà una quarta edizione di Musica Distesa. La fatica è tanta, i problemi anche, il lavoro tutto volontario. Però c'è la consapevolezza di avere fatto una operazione culturale importante. Di aver fatto una cosa bella. Con quel palco che esce dal buio della natura e da cui si sprigionano note e parole ed emozioni forti. Con un gruppo di lavoro affiatato. Con una offerta interessante e mai banale. Non so se ne vale la pena. Non so se basta. Però ci tengo a pubblicare una poesia che mi è arrivata ieri, scritta da una persona che era presente alla serata di sabato.
Questo è un giorno di vittoria, cantano dal palco
È musica distesa in questo ventre nero di colline
Ritmi infernali
Parole crude
Giovani geniali appassionati
Non si accontentano di regalarti istantanee di vita
Sei trascinato
Scrollato
Svuotato e riempito
Giostra danzante
Ruggito di corpi liberi
Momento perfetto nell’'umidità della terra
Nei bicchieri di vino
Quello buono
Quello antico
Qui vigilano attenti
Su questi giovani coloni multiculturali
Intere generazioni di fantasmi contadini
Non si può sbagliare
Arrivano da lontano vite
Giovani coraggiose
Si misurano
Passioni speranze storie da vendere
Musica Distesa Festival
Una scommessa ogni anno
E le campagne
Un tempo abbandonate da sempre
Ora come nuove
Cantano
Questo è un giorno di vittoria.