Sono uscito dai miei problemi di connessione in modo del tutto parziale. Tornando alla vecchia linea analogica a 56K, visto che ancora l'ADSL non funziona. La cosa mi ha fatto fare una serie di riflessioni come sempre del tutto inutili. Ma quando ci si abitua a certi standard tecnologici tornare indietro è davvero uno shock. Avete mai provato a usare vecchi sistemi operativi ad esempio? Oppure ad armeggiare con elettrodomestici antiquati?
Eppure, se in effetti le vecchie connessioni paiono di una lentezza esorbitante, in alcuni settori devo ammettere di subire il fascino dell'analogico. Dell'analogico in senso lato. Del vintage, del decaduto, del superato, del passato. Un caso emblematico è la mia passione di ritorno per il vinile, per i vecchi LP. Non arriverò mai a dire che si sentono meglio delle migliori registrazioni digitali (sebbene siano sempre meglio di certi merdosi MP3). Ma il suono è decisamente più ampio, onesto e caldo; certi difetti mi paiono bellissimi; per non parlare delle copertine, dell'odore, del rito della puntina che si posa sul vinile.
Le emozioni sono vibrazioni strane, sotterranee, indecifrabili. Di rado sono direttamente legate alla perfezione. Molto più spesso sono legate, al contrario, alle imperfezioni, ai ricordi, alle dissonanze, ai contrasti. Ad una immaterialità fatta di nessi non causali ma lirici e psichedelici. Come il modo di suonare di Danny Phantom Federici, il mio unico riferimento come tastierista quando strimpellavo, da giovane, sui palchi di mezza Milano e Provincia. Se ne è andato, Danny, da un paio di settimane. Non era il migliore. Non aveva la classe e la precisione di Roy Bittan, per intenderci. Ma era un musicista dalla straordinaria sensibilità, dalla incredibile capacità di colorire i pezzi e costruire riff o forgiare assoli dal gusto unico. Di intuire il senso e la profondità delle canzoni. Un grande del rock.
E quella stessa magia "analogica" si trova in certi vini naturali, autentici, fatti da vignaioli. Dove la perfezione stilistica e tecnica lascia spazio all'immaginazione, alla evoluzione continua, al genio umano che sempre è fallibile ed imperfetto. Analogico, appunto.
Il digitale lo lascio volentieri al mondo dei computer, con la speranza che mi si risolvano al più presto i problemi di connessione.