venerdì 4 febbraio 2011

Pane, amore e fantasia

Le recenti rivolte in Algeria e Tunisia, che sono all'origine anche dei moti in Egitto, sono nate inizialmente a causa dell'aumento dei prezzi del pane.
La Fao (Food and agriculture organization) avverte che i prezzi degli agroalimentari nel mondo non sono mai stati così alti. Secondo il "Food price index 2010" dell'organizzazione dell'Onu, generi alimentari fondamentali, come grano, cereali, zucchero e carni, hanno superato i record storici del 2008 quando l'impennata dei prezzi aveva causato violente proteste in America Latina, Africa ed Asia. L'indice Fao è aumentato del 32% nella sola seconda metà del 2010 e il trend non accenna a diminuire nel 2011.
Questa la notizia.
Poi c'è la realtà. Qualunque agricoltore sa che i prezzi pagati all'origine sono bassissimi e comunque molto raramente in grado di coprire i costi di produzione e di garantire un reddito decente. Questo è più o meno vero in tutto il globo e per molte produzioni agricole.
Ovviamente la colpa è del clima, della crisi, dell'aumento della domanda, della mancanza di liberalizzazioni, della scarsa diffusione di Ogm e così via... Mai nessuno che dica una parte della verità: esattamente come il petrolio oramai i prezzi delle "materie prime" agricole rispondono a meccanismi solo finanziari: i futures e i derivati le cui quotazioni dipendono dalle borse merci mondiali e dalle dinamiche imposte delle grandi catene di distribuzione alimentare multinazionali. Ecco perché i contadini guadagnano poco e i consumatori pagano tanto.
E' la globalizzazione, baby. Alla faccia della sovranità alimentare.

3 commenti:

Gianpaolo Paglia ha detto...

Certo, la speculazione non risparmia i prodotti alimentari, pero' la globalizzazione ha reso bassissimi i costi di altri prodotti che una volta erano un lusso per molti, come ad es. il comprare un paio di scarpe o una maglia. A ben guardare non e' che ante globalizzazione la gente avesse la pancia sempre piena, specie nei paesi poveri, ma spesso anche in quelli meno poveri.
Per quanto riguarda la rivolte ho il sospetto che abbiano piu' a che fare con la voglia di liberta' e democrazia che con il pane.

massi ha detto...

salomonicamente concordo con entrambi

il prezzo lo fa la finanza (ma non lo ha sempre fatto ?) e la globalizzazione in questo caso ritengo che non influisca

riguardo ai moti del nord africa credo invece che non sia mossa da "voglia di libertà", anche se magari qualcuno di essi è inconsapevolmente impegnato x essa, ma come al solito da lotte di potere che cercano di approfittare di un pretesto per farsi spazio, dove c'è o dove viene lasciato (notizie della Libia ?)

Gianpaolo Paglia ha detto...

@massi. Nel caso della Tunisia e dell'Egitto credo proprio che sia un movimento nato dall'esasperazione delle gente di avere per trent'anni degli stati di polizia comandati dalle stesse persone (e appoggiati largamente dai paesi occidentali con la promessa di rimanere "laici" e non musulmani).. Se vedi sia in Tunisia che in Egitto non ci sono bandiere di nessun movimento politico particolare, per fortuna neanche i musulmani radicali sono per ora riusciti a cavalcare le proteste. In piazza al Cairo vi sono musulmani e cristiani, gente vestita in modo tradizionale e signore con la borsa di Vuitton (sentito ieri su BBC), che si e' rotta di vedere la democrazia deglia altri su internet o in tv mentre vivono in stati illiberali.