Ci sono vendemmie muscolari e vendemmie cerebrali. Vendemmie in cui bisogna correre ed altre in cui si deve aspettare. Questa 2010 pare decisamente del secondo tipo. E' un settembre con notti fredde, una certa umidità e ondate di maltempo seguite da finestre di bel tempo. Il tutto dopo un agosto non particolarmente caldo. In un contesto simile il terroir conta il doppio: a San Michele l'uva vendemmiata ieri faceva 20° babo con 8,3 di acidità totale. A San Paolo siamo a 18° con un'acidità di poco inferiore. Stesso carico d'uva e 2 km in linea d'aria fra le due vigne.
Quel che si dice in giro a cupra è che gli zuccheri siano bassi. In effetti quel che ho visto finora sono gran basi spumanti, uva verde e grandi diluizioni.
Per quanto riguarda noi, siamo solo a un terzo di uva raccolta. Presto per dare un giudizio. Certamente dopo tre annate stracotte è quasi un piacere vedere un pò di muffe. Fatte le selezioni, ora è il tempo di attendere un pò.
Vino e territorio. Musica e cultura. Pensieri, sogni e visioni di un Homo Sapiens di campagna
sabato 25 settembre 2010
venerdì 17 settembre 2010
2010
Qualcosa si è già cominciato a raccogliere. Siamo indietro, come previsto. Acidità alte, zuccheri ancora bassini, sul Verdicchio la media è intorno ai 17,5° babo. Una annata più stile 2005 che 2004. Per ora. Ma c'è ancora tempo. Ondate di sole e pioggia previste da qui fino ai primi di ottobre. Sono le annate che mi piacciono di più, basta non innervosirsi e fare le scelte giuste.
La settimana prossima via col Sangiovese. E poi si vedrà.
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domenica 12 settembre 2010
Formula 1
Che gran pilota Fernando Alonso. E quanto mi manca papà... L'ultima volta a Monza insieme è stato con Berger e Alesi in Ferrari. A lui piacevano i piloti veloci ma celebrali. Non i supereroi alla Senna o Hamilton ma piloti veloci, costanti e concreti come Lauda o Prost. E Alonso, appunto. Non l'ha potuto vedere in Ferrari ma so che lo aspettava. La giornata di oggi lo avrebbe esaltato.
mercoledì 8 settembre 2010
L'importanza di chiamarsi Barolo
Grande degustazione a La Distesa domenica scorsa. Protagonisti grandi vini, ma soprattutto grandi persone. Un pranzo allegro e spensierato a base di prosciutto nostrano e carni alla griglia. Un sole già autunnale ed una brezza piacevole. Ingredienti perfetti per un bel pomeriggio pre-vendemmia.
Cito solo le bottiglie migliori, fra le tante stappate: Champagne Blanc de Blanc Brut Nature Laherte Frère, nervoso, scattante e salato come il mare. Sancerre Alphonse Mellot La Moussiere 1995, fantastico nei toni evoluti di idrocarburo e miele, accompagnati da una bocca dinamica e dal finale eterno. Riesling Mosella Schieferterrassen Heymann-Lorvenstein 1999, con una dolcezza non banale ed un naso esplosivo di frutta esotica, agrumi, pietra. Barolo Domenico Clerico 1985, che dire? ci siamo commossi, soprattutto per la trama dei tannini. Marsala Vecchio Samperi Ventennale De Bartoli, intrigante ed affascinante viaggio tra profumi cui siamo sempre meno abituati.
Considerando che la sera prima l'amico Riccardo Vendrame mi ha fatto il gran regalo di stappare un Rinaldi Barolo Brunate 1989, direi che il week end si è contraddistinto soprattutto per un ritorno al Nebbiolo più importante. Impossibile non notare la classe superiore delle due bocce di Langa. Più elegante il Clerico, più ruvido e scalpitante il Rinaldi, ma entrambi incredibilmente austeri, equilibrati, autunnali, nei loro rimandi boschivi e terrosi. Confrontarsi con vini di questo livello fa capire perché, all'estero, chi capisce di vino identifica l'Italia soprattutto col Barolo.
Cito solo le bottiglie migliori, fra le tante stappate: Champagne Blanc de Blanc Brut Nature Laherte Frère, nervoso, scattante e salato come il mare. Sancerre Alphonse Mellot La Moussiere 1995, fantastico nei toni evoluti di idrocarburo e miele, accompagnati da una bocca dinamica e dal finale eterno. Riesling Mosella Schieferterrassen Heymann-Lorvenstein 1999, con una dolcezza non banale ed un naso esplosivo di frutta esotica, agrumi, pietra. Barolo Domenico Clerico 1985, che dire? ci siamo commossi, soprattutto per la trama dei tannini. Marsala Vecchio Samperi Ventennale De Bartoli, intrigante ed affascinante viaggio tra profumi cui siamo sempre meno abituati.
Considerando che la sera prima l'amico Riccardo Vendrame mi ha fatto il gran regalo di stappare un Rinaldi Barolo Brunate 1989, direi che il week end si è contraddistinto soprattutto per un ritorno al Nebbiolo più importante. Impossibile non notare la classe superiore delle due bocce di Langa. Più elegante il Clerico, più ruvido e scalpitante il Rinaldi, ma entrambi incredibilmente austeri, equilibrati, autunnali, nei loro rimandi boschivi e terrosi. Confrontarsi con vini di questo livello fa capire perché, all'estero, chi capisce di vino identifica l'Italia soprattutto col Barolo.
giovedì 2 settembre 2010
Aspettando la vendemmia 2010
Qualche millimetro di pioggia lo scorso fine settimana. Poi crollo delle temperature: ora di notte fa molto fresco (intorno ai 12 gradi) con escursioni giorno/notte molto interessanti per il profilo aromatico dei vini. Si sta delineando, insomma, il profilo di una bella annata.
In questo video è possibile avere un'idea dei vigneti in questo preciso momento:
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