martedì 30 giugno 2009

Crollo verticale

Conosci la stanchezza estrema? Quando si spegne l'interruttore e senti che non ce n'é più? A me capitava dopo qualche esame universitario particolarmente impegnativo. L'adrenalina che ti scorreva nelle vene da tempo presenta il conto. I nervi che hai tenuto tirati per troppi giorni mollano. Lo stress accumulato, perché c'è maltempo, perché ci sono problemi tecnici, perché ci sono mille cose da tenere a mente, perché ci sono trenta persone da coordinare, tutto quello stress ti svuota ed appena molli, crolli.
Non so se ci sarà una quarta edizione di Musica Distesa. La fatica è tanta, i problemi anche, il lavoro tutto volontario. Però c'è la consapevolezza di avere fatto una operazione culturale importante. Di aver fatto una cosa bella. Con quel palco che esce dal buio della natura e da cui si sprigionano note e parole ed emozioni forti. Con un gruppo di lavoro affiatato. Con una offerta interessante e mai banale. Non so se ne vale la pena. Non so se basta. Però ci tengo a pubblicare una poesia che mi è arrivata ieri, scritta da una persona che era presente alla serata di sabato.

Musica Distesa Festival

Questo è un giorno di vittoria, cantano dal palco
È musica distesa in questo ventre nero di colline

Ritmi infernali 
Parole crude 
Giovani geniali appassionati

Non si accontentano di regalarti istantanee di vita
Sei trascinato
Scrollato
Svuotato e riempito

Giostra danzante
Ruggito di corpi liberi

Momento perfetto nell’'umidità della terra
Nei bicchieri di vino
Quello buono
Quello antico
Qui vigilano attenti
Su questi giovani coloni multiculturali
Intere generazioni di fantasmi contadini

Non si può sbagliare

Arrivano da lontano vite
Giovani coraggiose
Si misurano 
Passioni speranze storie da vendere

Musica Distesa Festival
Una scommessa ogni anno

E le campagne
Un tempo abbandonate da sempre
Ora come nuove
Cantano

Questo è un giorno di vittoria.

  

1 commento:

teo ha detto...

bah.... secondo me hai avuto il classico risveglio da sbronza esagerata